Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Siamo in riva al Lago di Gennesaret o Mar di Galilea. Il brano di Luca racconta la chiamata dei primi discepoli. Nella scena di insegnamento (5,1-3), Gesù è circondato dalla folla, che vuole ascoltare da lui la parola di Dio. La scena focalizza l’attenzione su Gesù che insegna e annuncia la parola di Dio, mentre la folla si accalca attorno a lui per ascoltarlo. Gesù, tra la folla che si stringe intorno a lui per udire la parola di Dio (5,l), vede due barche ferme a riva e dei pescatori che lavano le reti (5,2). Le due barche sulla riva, accanto alle quali ci sono quattro pescatori, attirano l’attenzione di Gesù: possono diventare il mezzo per rendere più agevole la predicazione. Perché a tutti più facilmente arrivi la parola, Gesù chiede a Simone di poter utilizzare la sua barca: vi sale su e invita Pietro a scostarsi un po’ dalla riva (5,3). In questa descrizione emergono alcuni elementi che inquadrano la successiva scena e, soprattutto, orientano la dinamica della chiamata. Tutto sembra occasionale, e invece è lo sguardo di Gesù che guida i vari momenti: è lui che vede le barche e i quattro pescatori; è lui che, in mezzo alla folla anonima, fa emergere quattro volti che entrano in relazione diretta con lui. Tra questi volti, il racconto si focalizza su quello di Simon Pietro. Ma fin da questa prima scena emerge un altro elemento, oltre allo sguardo, che fa da legame ai vari momenti dell’episodio: la parola di Gesù. Gesù infatti sta annunciando la parola di Dio (5,1); è sulla parola di Gesù che Simon Pietro prende il largo e getta le reti (5,5); e, infine, è ancora sulla parola di Gesù che i quattro pescatori lasciano tutto per seguirlo (5,10-11).


Nei versetti 4-7 è raccontato il miracolo di una pesca straordinaria ottenuta su indicazione di Gesù. Il miracolo avviene su semplice segnalazione di Gesù, in condizioni normalmente sfavorevoli, cioè in pieno giorno, mentre di solito la pesca avviene di notte, e in quantità del tutto inusuale. Luca ci informa che la quantità dei pesci è tale che la rete rischia di rompersi e le barche di affondare (5,6). Con il miracolo, Gesù dimostra di avere autorità sul mare e sui pesci; autorità che giustifica l’invito alla sequela. Colui che annuncia la parola di Dio non è un semplice profeta o un comune  maestro: egli è il Signore. Dunque, il racconto è pure una scena di rivelazione nella quale Gesù si manifesta ed è riconosciuto come Signore. L’incontro diretto di Gesù con questi pescatori è caratterizzato da un ordine rivolto a Pietro in apparenza assurdo: “Prendi il largo, e gettate le vostre reti per pescare” (5,4). Pietro: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla” (5,5). I pescatori sperimentano allora un primo paradosso: ciò che all’uomo è impossibile, è invece possibile a Dio. All’uomo è richiesta la fede e l’obbedienza, infatti ciò che viene chiesto a Simone può avvenire solo sulla parola di Gesù, e il pescatore Pietro accetta l’invito di Gesù e quello che appare un “ordine assurdo”, e dice: “Secondo la tua parola, getterò le reti. Fecero così e presero una grande quantità di pesci.” (5,5-6).


Nei versetti 8-11 è descritto l’effetto che il miracolo produce su Pietro e sugli altri: essi avvertono in Gesù il potere misterioso di Dio all’opera e prendono coscienza della loro fragilità di uomini peccatori. Il passaggio dall’impossibile al possibile e, più concretamente, da una pesca senza risultati alla vista di una pesca così abbondante e impensata, provoca una reazione in Simon Pietro: la presa di coscienza della distanza tra lui, uomo peccatore, e il Signore. È il timore di fronte alla santità e alla potenza di Dio che costringe Pietro a inginocchiarsi di fronte a Gesù e a riconoscere una sorta di impossibilità a stargli vicino: “Si gettò ai piedi di Gesù, dicendo: Signore, allontanati da me; perché sono un peccatore” (5,8). Di fronte alla potenza della parola di Gesù e alla presenza di colui che è riconosciuto come Signore, avviene in Pietro una presa di coscienza del suo peccato; ma proprio una nuova parola di Gesù colma questa distanza, altrimenti incolmabile per l’uomo, qualsiasi uomo. Gesù non solo non si allontana da Pietro, ma si avvicina a lui e con la sua parola lo chiama alla sequela: “Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini” (5,10). Pietro allora sperimenta un secondo paradosso: il Signore è vicino agli uomini peccatori.


Il versetto 11 descrive l’effetto che le parole di Gesù hanno su Pietro e gli altri pescatori: “Essi lasciarono tutto e lo seguirono”. La parola di Gesù cambia l’identità di quei pescatori in “pescatori di uomini”, e il loro cammino diventa “d’ora in poi”. La sequela comporta un radicale distacco da un passato conosciuto a un cammino dietro a Gesù, fidandosi di lui e della sua parola.

Paolo Mirabelli

17 giugno 2019

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“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

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