Simposio sulla chiesa. Conversazione con Paolo Ricca
Giovedì scorso, 12 marzo 2015, nella sala “Quadrio” abbiamo avuto un simposio sulla chiesa. Tra i relatori, Paolo Ricca, un teologo cattolico, membro della commissione per la dottrina della fede, e una teologa del comitato teologhe di Roma. Ho chiesto ai relatori di definire la chiesa: “Che cos’è la chiesa? Quali sono gli elementi costitutivi dell’essere chiesa? Quando si può dire: Questa è una chiesa?”. Per il cattolico, la chiesa è sostanzialmente tre cose: comunione di fede, sacramenti e vescovo di Roma. Per la teologa: “Non si può dire che cos’è la chiesa, ma possiamo dire: La chiesa siamo noi”. Paolo Ricca non ha citato i due criteri della Riforma (Vangelo e sacramenti), ma ha parlato di “chiese di Chiesa e del riconoscimento reciproco dei vari modelli di chiesa”. La tesi di fondo del prof. Ricca non è: “Il NT parla di una chiesa (Efesini 4)”, bensì è: “Il NT presenta diversi modelli di chiesa: la chiesa carismatica di Corinto, la chiesa istituzionale di Gerusalemme con forse successione storica, la chiesa delle Pastorali, la chiesa giovannea dove l’unico ministero riconosciuto è il fratello”. È mia convinzione invece che il NT parli in modo plurale dell’unica e medesima chiesa. Ho detto ai presenti: “Parliamo tutti di chiesa, usiamo tutti la stessa parola, ma diamo alla chiesa un significato differente”. Ciò che è emerso, alla fine, è che le difficoltà più grandi nel dialogo riguardano proprio l’ecclesiologia. Sulla chiesa siamo divisi.
Nella conversazione con Ricca, durata circa un’ora, abbiamo parlato nuovamente di chiesa, della critica al metodo storico-critico, usato persino nella predicazione nelle chiese protestanti, del rapporto tra protestantesimo ed evangelicalismo in Italia e della forte crescita anche in Italia del variegato mondo pentecostale. In merito a quest’ultimo tema, Ricca ha ribadito una sua tesi di molti anni orsono: “I pentecostali hanno saputo dare la parola anche a chi non aveva niente da dire, hanno parlato in favore del muto”. L’allusione è al testo di Proverbi 31,8.
A fine mese, il dialogo continua a Palestrina: altri attori, altri temi.