Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Ciao a tutti. Condivido con voi una breve riflessione. Se volete, potete anche leggerla o ascoltarla sul nostro sito: www.bibbiaoggi.it.


Nel primo dei quattro vangeli leggiamo che Gesù passando vide un uomo chiamato Matteo, uno che riscuoteva le tasse per conto dei romani, e lo chiamò alla sequela. C’è qualcosa di insolito e di scandaloso per i farisei nella vocazione di Matteo: come può Gesù chiamare un odiato pubblicano a diventare suo discepolo? I farisei si tenevano “separati” dal popolo per non contaminarsi, figuriamoci dai “senza legge”.  Dire “pubblicano” voleva dire traditore e peccatore. E questo per due motivi: primo perché maneggiando denaro, molto ne rimaneva attaccato alle loro mani, che non erano sempre pulite; secondo perché esercitavano quel mestiere per conto dei romani. Gesù invece si rivolge proprio a loro: ai lontani, non solo ai vicini; ai “peccatori”, non solo ai “giusti”, ammesso che ce ne siano.


Ci sono due cose che colpiscono in questa vocazione. La prima è che Gesù non fa differenze: tutti sono uguali davanti a Dio. La seconda è la prontezza con cui Matteo segue Gesù.  Matteo prepara un banchetto per Gesù e invita i suoi amici peccatori.  I farisei ne sono scandalizzati e protestano presso i discepoli di Gesù. La risposta di Gesù non si fa attendere: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate e imparate che cosa vuol dire: voglio misericordia, non sacrificio. Io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori”.  Gesù si riferisce a tutti coloro che hanno bisogno del perdono di Dio: tu ed io inclusi.