Un vecchio contadino andava ogni giorno a prendere l’acqua dalla sorgente e la portava al villaggio in due grosse anfore di argilla, che caricava sulle spalle, una a destra e una sinistra. Una delle anfore però era vecchia e forata, e durante il viaggio perdeva acqua. L'altra invece era nuova e perfetta, e serbava tutta l’acqua senza perderne una goccia. L'anfora vecchia e screpolata si sentiva umiliata e inutile, tanto più che l'anfora nuova non perdeva occasione di far notare la sua perfezione: "Io non perdo neanche una goccia d'acqua!", diceva, “tu invece non sei più buona a nulla”.
Una mattina, la vecchia anfora disse al suo padrone: "Mi sento inutile, non servo più a nulla. Tu perdi il tuo tempo con me; sprechi la tua fatica per colpa mia. Quando arriviamo al villaggio, io sono quasi vuota o con poca acqua. Perché non mi butti via e ti compri un’anfora nuova per portare l’acqua?”. Ma il padrone non le rispose.
La mattina dopo, come ogni giorno, il contadino andò a prendere l’acqua alla fonte. Durante il viaggio disse alla sua vecchia anfora: "Guarda il bordo della strada". "Ma é bellissimo! È tutto pieno di fiori!", rispose l'anfora. "Hai visto? E tutto questo è grazie a te", disse il padrone, “sei tu che ogni giorno innaffi il bordo della strada con le gocce d’acqua che cadono da te!”.
Ecco una bella immagine che ci incoraggia e ci risolleva quando ci sentiamo inutili. Come quella vecchia anfora, siamo tutti pieni d’imperfezioni e di ferite profonde, ci sentiamo deboli e inutili. Ma il Signore fa con ciascuno di noi delle meraviglie: riempie di fiori i bordi delle strade sterrate e aride di questo mondo. Non importa quanta acqua tu riesca a portare o a trattenere, ciò che importa è ciò che Dio fa con te. Ascolta cosa dice il profeta Isaia (capitoli 56 e 58): “Non dire: Il Signore mi escluderà dal suo popolo, io mi sento come un albero secco, perché il Signore ti guiderà sempre, ti sazierà nei luoghi aridi, darà vigore alle tue ossa; tu sarai come un giardino annaffiato, come una sorgente la cui acqua non manca mai” (Isaia 56,3; 58,11).