Io abito in una casa che si affaccia su un parco. Qualche tempo fa, un passero ha fatto il suo nido nella caldaia di casa mia. Vedevo dei fili d’erba pendere, allora ho subito tolto il pannello per cercare di capire cos’era. Ho visto un nido, pronto per covarci le uova. L’unico problema era che il nido si trovava vicino al bruciatore della caldaia e non potevo rischiare un incendio. Così ho dovuto distruggerlo, con grande dispiacere del passero. Ho rimesso il pannello al suo posto pensando di aver risolto il problema. Niente affatto! Quel passero non si era arreso, ma era intenzionato a far valere il suo diritto di nidificare.
Qualche giorno dopo mi sono accorto che tra il mobiletto della caldaia e il muro c’era un piccolo spazio, e il passero aveva nuovamente nidificato. Allora ho preso un cartone e l’ho posto all’apertura del buco, pensando di aver risolto il problema. Il giorno dopo ho guardato sul balcone ed ecco che il cartone era stato tolto, e il passero era sul nido. Questa volta ho deciso di risolvere il problema una volta per sempre: ho preso un piccolo pezzo di rete metallica e una pietra e ho chiuso il buco. Come mi sono allontanato, il passero ha cercato con il becco di togliere la rete e la pietra, ma non c’è riuscito. Dopo vari tentativi di liberare il suo nido, ha rinunciato ed è andato a posarsi sul balcone poco distante dal suo nido. Con le piume gonfie e le ali aperte, ha cominciato a cinguettare come se fosse triste.
Quella scena mi ha profondamente colpito: allora ho tolto la rete e la pietra, e ho lasciato entrare il passero nel suo nido. Non solo, ma quando potevo, gli mettevo delle briciole di pane vicino al nido, perché avesse anche da mangiare. Quel piccolo passero alla fine ha ottenuto ciò che voleva; è stato forte come Giacobbe, che a Peniel ha lottato con Dio e ha vinto.
Continuiamo a pregare Dio con insistenza, fratelli, perché ci dia la sua benedizione.