Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Care sorelle e fratelli, Dio vi benedica!
Leggiamo dal libro di Isaia capitolo 55, vv. 1-2 [Nuova Riveduta]: O voi tutti che siete assetati, venite alle acque; voi che non avete denaro venite, comprate e mangiate! Venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte! Perché spendete denaro per ciò che non è pane e il frutto delle vostre fatiche per ciò che non sazia? Ascoltatemi attentamente e mangerete ciò che è buono, gusterete cibi succulenti!
Iniziamo una serie di meditazioni sul Capitolo 55 di Isaia. Leggendo questa Scrittura, ho desiderio di condividere spunti di riflessione sul cammino cristiano. Il Profeta scrive circa l’invito celeste per beneficiare delle gioia della fede in modo gratuito. E tale gratuità si scontra con tutte quelle forme di simonia [acquisizione di beni spirituali in cambio di denaro] che sono dure a morire nella “Cristianità”, sebbene Gesù ha detto: “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10:8). Dobbiamo condividere il pane della vita, che è Cristo (Gv 6:35;38), e non dobbiamo specularvi sopra. Isaia parla di acque [l’azione dello Spirito], di vino [simbolo della gioia] e del latte [la buona Parola di Dio cf. 1Pt 2:2].
Soffermiamoci brevemente su quattro espressioni del brano biblico:
• “Assetati”: La religione dà senso di appagamento. E non mi riferisco solo al salario ma pure a quel senso di identità che induce molti a ritenersi appagati, sazi. Eppure la vera fede non si sente mai satolla, ha bisogno di accostarsi sempre alla Fonte, al Dio di verità e giustizia.
• “Venite”: Iddio ci invita, perché ha da sempre preso l’iniziativa di cercarci, di procurarci salvezza. Nel Racconto della Genesi mi commuove sempre la descrizione di Dio che sul far della sera passeggia nel Giardino e chiama Adamo (Gn 3:8-9). E a motivo di ciò credo in un Dio missionario, che rivolge una chiamata all’uomo per recuperarlo, riscattarlo e dunque salvarlo.
• “Il frutto delle vostre fatiche”: può essere applicato all’inutilità della religione quando siamo messi in condizione di nutrirci gratuitamente del cibo spirituale del Vangelo.
• “Ascoltatemi attentamente”: La fede viene dall’udire la Parola (Rm 10:17). Occorre un ascolto attento, partecipato e consapevole. Non dobbiamo portare la Bibbia alle nostre conclusioni, ma conformarci al Suo insegnamento.
Carissimi, proseguiremo la prossima volta con la nostra meditazione.
La pace di Cristo sia con tutti voi.
Marco Soranno (5 ottobre 2015)