Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Care sorelle e fratelli, Dio vi benedica.
La meditazione di oggi è tratta dal libro del Deuteronomio, cap. 30, i vv. 19-20: Io prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra, che io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, affinché tu viva, tu e la tua discendenza, amando il SIGNORE, il tuo Dio, ubbidendo alla sua voce e tenendoti stretto a lui, poiché egli è la tua vita e colui che prolunga i tuoi giorni. Così tu potrai abitare sul suolo che il SIGNORE giurò di dare ai tuoi padri Abramo, Isacco e Giacobbe.
La Bibbia è un invito alla Vita: da Genesi all’Apocalisse comprendiamo come solo avendo fede in Dio rivelato in Cristo, la nostra vita è ben indirizzata ed ha un senso, un valore perché trasformata dalla Parola di Gesù.
“Scegli la vita”, ma in che modo? Aderendo ad una particolare religione che parla di Gesù? Seguendo dei riti o precetti che danno un’apparente cambiamento alla nostra esistenza? Per Gesù non c’è una vita religiosa distinta da quella “profana” [o “laica” come si dice oggi]: Tutta la nostra vita è – nella prospettiva di chi crede – un servizio a Dio per dargli gloria. Chi respinge la quotidianità per “immergersi” nella vita di Chiesa ma rinuncia ad avere una propria vita, non sta facendo nulla di costruttivo bensì di distruttivo: come possiamo illuminare la vita delle persone con la luce di Cristo, se scegliamo di nascondere la nostra testimonianza “sotto il tavolo” (Mr 4,21) anziché condividere concretamente la novità di Cristo in noi?
Uso la parola “novità” intendendola come quotidiana e mai esaurita nella nostra vita. Quando il Vangelo è “moda” da seguire o pensiero religioso da “abbracciare”, non stiamo vivendo diversamente da prima, ma abbiamo solo condito le nostre giornate di un ingrediente nuovo chiamato “religione” anziché essere il sale della terra (Mt 5,13).
La Vita in Cristo è l’opposto di una vita di peccato, e qui intendo la parola “peccato” nel suo senso biblico: mancare il bersaglio. Quale bersaglio? Una vita armoniosa e piena dove la libertà è felicemente condizionata dalla responsabilità che nessuno vive più per se stesso, poiché Cristo vive in noi (cf. Rm 14,7-8).
Carissimi, che il nostro Cristianesimo sia un invito alla vita e non alla religione, perché la prima è dono di Dio mentre la seconda non lo è. Quando evangelizziamo dobbiamo invitare le persone a sperimentare la vita nuova in Cristo Gesù: non una vita che gli conceda un ruolo anche se preminente, ma la Sua vita in noi.
La pace sia con tutti voi.
Marco Soranno (3 luglio 2015)