Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Iniziamo questa riflessione sul tempo con la celebre frase di Agostino d’Ippona nelle Confessioni: “Che cosa è il tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so. Se dovessi spiegarlo a chi me ne chiede, non lo so”. Siamo nel IV-V secolo dopo Cristo, Agostino muore nel 430. Nel XVI secolo, Francesco Bacone, filosofo inglese, afferma che “il tempo è denaro”. La frase è ripresa nel secolo XVIII da Benjamin Franklin, scienziato e politico statunitense, in un saggio nel quale scrive: “Ricordati che il tempo è denaro; chi potrebbe guadagnare dieci scellini al giorno, e va a passeggio mezza giornata, o fa il poltrone nella sua stanza, se anche spende solo sei pence per i suoi piaceri, non deve contare soltanto questi, oltre a questi ha speso, anzi buttato via, cinque scellini”. Questo principio è alla base della moderna mentalità capitalistica. Mai come oggi l’economia ha causato uno svuotamento valoriale del tempo, privando di senso la vita dell’uomo. Nei nuovi templi del consumismo, i centri commerciali, l’unica regola che vige è guadagnare e fare sacrifici al dio denaro. I negozi sono aperti tutti i giorni. Nelle grandi città come Roma diversi supermercati sono aperti giorno e notte. Non esiste più la distinzione tra giorni feriali e festivi. Molti lavoratori sono tenuti a lavorare tutti i giorni, con turni massacranti, domenica compresa. I turni di lavoro sono regolati da un algoritmo, un sistema matematico che interagisce e si programma sulla base dei consumi. Tutto è indifferente, spersonalizzato. Nessuno più tiene conto dei bisogni della persona. Quando nei vangeli chiedono a Gesù se sia lecito o no pagare il tributo a Cesare, egli chiede di vedere una moneta e domanda: “Di chi è questa immagine e questa iscrizione?”. L’immagine era dell’imperatore romano. Ciò significa che in quel tempo l’economia era governata dalla politica. Oggi è l’economia che decide la politica. L’economia ha occupato tutti gli spazi vitali e ha lasciato l’uomo senza più tempo: non esiste più il giorno di riposo e di festa da dedicare a se stessi, alle proprie famiglie, al cammino di fede con le comunità. Un tempo, nel giorno di domenica le serrande dei negozi erano abbassate, le scuole e le banche chiuse. Soltanto gli ospedali e i carabinieri erano di servizio. Oggi la tendenza è di rendere, durante l’intera settimana, fruibile tutto a tutti, poiché il tempo è denaro.


Nella Bibbia il tempo non è mai definito in astratto, come nella filosofia greca, ma è sempre posto in riferimento agli avvenimenti della vita. Il tempo appartiene a Dio. In Israele è Dio che scandisce il tempo con le festività (il sabato, le feste mensili e annuali), gli anni sabbatici, i giubilei. Secondo il Nuovo Testamento, Dio irrompe nel tempo e nella storia degli uomini con la venuta di suo Figlio, con l’avvento del regno, con la presenza dello Spirito Santo. Nella pienezza dei tempi, Dio ha mandato suo Figlio in mezzo a noi. Egli è l’alfa e l’omega, il principio e la fine del tempo, colui che si pone come senso definitivo. Nella Bibbia, il tempo ha un inizio (archè) e una fine (telos); ha una fine e una finalità (eschaton). Il tempo è lo sfondo sul quale scorre la vita umana, ma è anche lo scenario dove si compie la storia della salvezza. Nel tempo opportuno l’uomo può cogliere il senso della vita e accogliere la grazia di Dio. Tempo e spazio non sono soltanto coordinate della storia, ma sono pure concetti teologici. A Mosè, nell’apparizione del roveto ardente, il Signore dice di togliersi i calzari dai piedi perché quello che calpesta è “suolo sacro”, inviolabile, poiché abitato dalla presenza santa e misteriosa di Dio. Nella legge di Mosè e nei profeti Dio punisce i profanatori del sabato, giorno di riposo e di vita comunitaria per gli ebrei. La Torah parla di tempi stabiliti da Dio, nei quali Israele scopre di essere comunità e incontra il suo Dio. Nel Nuovo Testamento non ci sono precetti sull’osservanza di feste particolari, ma la scansione del tempo rimane, perché appartiene al vivere dell’uomo. Il Signore ha stabilito che “per tutto c’è il suo tempo, c’è il suo momento per ogni cosa che si fa sotto il cielo”. Il Nuovo Testamento distingue “il giorno del Signore” dagli altri giorni, e lo mette in relazione con “la cena del Signore” e la sua risurrezione. In diverse parti, l’espressione “giorno del Signore” indica la seconda venuta di Cristo, ma in contesti come Apocalisse 1,10 è evidente che si riferisca a un giorno della settimana.


L’economia ha prodotto una frattura tra l’uomo e il tempo, e ha cancellato la distinzione tra chronos (tempo cronologico e sequenziale) e kairos (tempo giusto). Per la Bibbia invece il tempo è un dono di Dio, scandito secondo certi ritmi necessari alla vita dell’uomo. Se si vuole che il tempo torni a essere una piacevole melodia per l’uomo, bisogna che sia fatto di suoni e di pause.

Paolo Mirabelli

06 dicembre 2017

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Non basta possedere la Bibbia: bisogna leggerla. Non basta leggere la Bibbia: bisogna comprenderla. Non basta comprendere la Bibbia: bisogna viverla.

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.