Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

La notizia è di questi giorni: due stelle si sono scontrate a 130 milioni di anni luce. L’esplosione è stata osservata da telescopi di tutto il mondo sulla terra e nello spazio. Sono state viste, dicono gli scienziati, mentre collidevano tra di loro, negli ultimi istanti della loro esistenza, producendo una  luce immensa ed emettendo un suono, mentre la materia nata dalla collisione delle due stelle produceva tutto intorno materiali pesanti, come l’oro e il platino.


Ho sempre amato le stelle. Cosa c’è di più bello di una passeggiata in montagna sotto le stelle, in una fredda e luminosa notte d’inverno? Qualcuno ha detto che le cose più lontane si vedono soltanto di notte. Il libro della Genesi inizia con la creazione. Il quarto giorno Dio creò i due grandi luminari, il sole per presiedere al giorno e la luna per presiedere alla notte, e fece pure le stelle; e Dio le mise nella distesa dei cieli (cielo, in ebraico il vocabolo è attestato soltanto nella forma plurale) per illuminare la terra (1,16-18). Dopo la liberazione di Lot, nella guerra contro la coalizione dei re di Sodoma e Gomorra, Abramo aveva timore di una ripercussione ed era scoraggiato dalla mancanza di un erede. Si rivolge a Dio per dirgli: “Tu non mi ha dato discendenza, ecco uno schiavo nato in casa mia sarà mio erede” (Genesi 15,1-3). Il Signore Dio allora condusse Abramo fuori dalla sua tenda, sotto le stelle, con un cielo terso, e gli disse: “Guarda il cielo e conta le stelle. Così sarà la tua discendenza” (Genesi 15,4-5). È la prima volta che nella Bibbia le stelle sono usate come immagine del popolo di Dio, e non soltanto nel numero infinito che solo Dio conosce. Le stelle, così come  appaiono a noi ad occhi nudi, si vedono e danno luce soltanto di notte. Una immagine molto bella questa dei cristiani, i quali dovrebbero far brillare la luce di Dio nel mondo e illuminare gli uomini nelle tenebre del peccato. Il libro del profeta Daniele, nella visione dei tempi, dice che quando sorgerà Michele, il difensore dei figli del popolo di Dio, i saggi “splenderanno nel firmamento come le stelle in sempiterno” (12,1-3). Nel libro di Giobbe si parla del “canto delle stelle al mattino”. In Apocalisse viene svelato il mistero delle sette stelle: sono gli angeli delle sette chiese ai quali è rivolto il messaggio di Dio. Il tempo verrebbe a mancare, se solo decidessimo di studiare e di meditare sui tanti brani biblici dove si parla delle stelle. Ma non possiamo tacere la relazione che esse hanno con il nostro Signore. Alcune profezie dell’Antico Testamento parlano del Messia veniente come di un “astro”, così nelle parole di Dio al patriarca morente o nella profezia di Balaam (Numeri 24,17). E i magi d’Oriente venuti a Gerusalemme alla nascita di Gesù avevano veduto la sua stella, ed erano venuti ad adorarlo (Matteo 2,1-2).


Chissà se qualcuno degli scienziati che ha visto l’esplosione delle stelle con il telescopio, oltre ad osservare il dato scientifico, ha pure avuto modo di riflettere e meditare sul significato teologico del fatto accaduto, ovviamente non osservabile con i telescopi? Un dato però è certo: se nella Bibbia le stelle significano tutto ciò che abbiamo cercato di sintetizzare prima, allora non stupisce che dalla loro esplosione sia stato prodotto oro e platino. Ciò che è stato visto dagli scienziati, è ancora poco o niente in confronto a ciò che il cristiano vede e vedrà, se ha fede. Nella mia fantasia di credente, mi piace pensare che quella esplosione (la quale ha fatto udire il suo suono, come nel soffio dello Spirito, e ha prodotto luce e cose preziose, come nella vita condotta dalla Spirito) in realtà sia l’abbraccio di due figli di Dio nell’incontro con il loro Signore, che li attende nei cieli per introdurli nella gloria (che è luce), alla presenza del Padre.

Paolo Mirabelli

17 ottobre 2017

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“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

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