Il tema su cui ruota l’intero brano è quello della salvezza nel suo aspetto presente (attuale) e futuro, (escatologico). Il brano si apre con la benedizione a “Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo”, il quale ha rigenerato e fatto rinascere i cristiani mediante la nuova nascita in Cristo. La rinascita si compie in virtù della potenza spirituale che è propria di Dio. L’elemento decisivo è la libera donazione di Dio, la sua grande misericordia. Mediante la risurrezione di Gesù Cristo, il Padre ci ha rigenerati e ci ha donato la speranza; e il cristiano partecipa e mantiene viva questa speranza “per una eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce”.
L’eredità a cui ogni cristiano è chiamato è la pienezza totale e concreta del dono salvifico di Dio (e di tutte le benedizioni ad esso legate), da cui è esclusa ogni transitorietà e che è garantita da ogni rischio, perché legata a Dio, custodita dalla sua potenza. Non solo l’eredità è conservata da Dio per i cristiani nei cieli, ma anch’essi sono custoditi dalla potenza di Dio che li raggiunge e chiede soltanto la perseveranza della fede. La salvezza quindi appartiene già al tempo presente, e aspetta di manifestarsi in tutta la sua pienezza in quel tempo che sta al vertice di tutto lo sviluppo del tempo, vale a dire “negli ultimi tempi”. Nella prospettiva del raggiungimento di questo fine, i cristiani devono esultare di gioia, nonostante le sofferenze e le difficoltà proprie del tempo presente con cui sono messi alla prova, per verificare l’autenticità e la preziosità della loro fede.
La verifica definitiva, tuttavia, avverrà nella manifestazione (rivelazione) piena di Gesù Cristo, quando la fede riceverà lode, gloria e onore e otterrà il riconoscimento da parte di Dio, alla presenza degli angeli, in virtù della partecipazione di ogni cristiano alla gloria di Dio.
Pietro, dopo aver prospettato la gloria riservata ai cristiani, richiama ancora una volta la condizione presente in cui Cristo è attualmente invisibile (“benché ora non lo vediate”), per cui il cristiano solo con la fede riesce a superare la distanza che lo separa dal Signore. La gioia però che i cristiani devono provare è indicibile, smisurata: è una gioia già pervasa di gloria che anticipa e prepara quella futura e definitiva, perché basata sulla certezza della salvezza delle anime.