Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Per molti secoli, credere in una vita dopo la morte è stato un pensiero qualificante dell’Occidente. Condiviso quasi da tutti: teologi, filosofi, uomini di scienza. Lo si riteneva necessario all’equilibrio personale e sociale. Però dall’illuminismo in poi la fede in una vita dopo la morte è stata minata e posta sotto assedio da più fronti. Non è infrequente oggi incontrare uomini e donne “cristiani” che affermano che dopo la morte ci sia semplicemente il nulla. Il marxismo poi è arrivato addirittura a considerare la religione “l’oppio dei popoli”, perché la speranza in una vita futura non fa altro che distogliere le persone dall’impegno di questo mondo. Ma questa è una accusa infondata, smentita dai fatti, perché i cristiani si sono sempre impegnati nella vita di quaggiù. Avere lo sguardo lassù, dove il Cristo è seduto alla destra del Padre, è la motivazione che più responsabilizza nell’aldiquà, poiché riempie la vita di significato. Al contrario, l’avere contribuito all’oblio del mondo futuro ha condotto molti all’apatia,  al disimpegno, al disordine, alla disperazione e al nichilismo. Tuttavia, nonostante i continui attacchi, la modernità non ha portato alla fine della religione, come alcuni speravano, e non ha tolto dal cuore dell’uomo il pensiero dell’eternità e la fede nell’aldilà. A creare una certa confusione sulla vita dopo la morte oggi ci si è messa pure l’idea di certi “cristiani” che immaginano un ritorno alla vita attraverso la reincarnazione. Sono “cristiani” impregnati della mentalità sincretistica, pronti a fare sintesi tra Vangelo e religioni orientali,  sostenitori della secolarizzazione del regno di Dio e di una escatologia intramondana.


Sotto l’influsso delle religioni e delle filosofie orientali che la sostengono, la reincarnazione si diffonde oggi soprattutto in certi ambiti della società occidentale a motivo della accoglienza che trova in alcuni personaggi famosi, i quali hanno molto influenza, tramite i mass media e i social network, sulla gente. La credenza nella reincarnazione trova terreno fertile in molti perché esprime un bisogno di spiritualità e rappresenta una reazione spontanea, istintiva, al materialismo. Come è noto la parola reincarnazione, che non compare mai nella Bibbia, indica la convinzione che l’anima dopo la morte assuma un altro corpo, si incarna di nuovo, fino ad abbandonare ogni esistenza terrena per entrare in una dimensione immateriale. Le tesi  su cui si basa il reincarnazionismo sono quattro. La prima: la vita attuale non è né la prima né sarà l’ultima. La seconda: c’è una legge in natura che tende alla perfezione e spinge l’anima a incarnarsi ripetutamente in corpi sempre nuovi. La terza: man mano che l’anima progredisce verso la perfezione assume incarnazioni sempre meno materiali. La quarta: la perfezione finale si raggiunge grazie ai propri meriti e agli sforzi umani.


Che dire? Risulta del tutto evidente che la reincarnazione non è una dottrina biblica, né il vocabolo né tantomeno la dottrina stessa compaiono nella Bibbia. I motivi di contrasto con l’insegnamento della Scrittura sono molteplici, vediamone in breve qualcuno. Primo: una diversa antropologia. La reincarnazione sostiene un dualismo tra anima e corpo, dove il corpo è relegato a semplice strumento e mezzo dell’anima. Il corpo in sé non ha nessun valore, motivo per cui viene lasciato e abbandonato dopo ogni esistenza. Esso è come la confezione che avvolge un cioccolatino; è come l’imballaggio che custodisce un elettrodomestico durante il trasporto. Come nella concezione neoplatonica, per la reincarnazione l’anima è quasi imprigionata nel carcere del corpo e attende di esserne liberata. Non si discosta molto dal pensiero di Socrate, il quale considerava la morte una liberazione dell’anima dal sepolcro del corpo. La Bibbia invece afferma una dualità, o meglio una unitotalità: l’essere umano è anima e corpo; non è soltanto anima e non è soltanto corpo. Inoltre, la Scrittura afferma che il corpo risusciterà e verrà trasformato e glorificato. Secondo: una diversa soteriologia con conseguente negazione della cristologia. Secondo la reincarnazione, l’anima si salva attraverso i propri meriti e sforzi. Mentre per il Vangelo la salvezza è per grazia, è un dono donato da Dio a coloro che sono in Cristo Gesù. Per i reincarnazionisti, ogni anima raggiunge la perfezione da sé e alla fine tutti si salvano. Per il Vangelo, invece, la salvezza è opera compiuta da Gesù Cristo, e si salvano soltanto coloro che hanno il Figlio di Dio. Infine, la dottrina della reincarnazione, che afferma la ripetibilità della vita umana, contrasta con l’affermazione del Nuovo Testamento secondo la quale la vita umana è unica e irripetibile: “È stabilito che gli uomini muoiono una volta sola, dopo di che viene il giudizio” (Ebrei 9,27).

Paolo Mirabelli

27 marzo 2017

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Non basta possedere la Bibbia: bisogna leggerla. Non basta leggere la Bibbia: bisogna comprenderla. Non basta comprendere la Bibbia: bisogna viverla.

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.