Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

La Bibbia inizia con una annotazione di tempo: “bereschit”, che nelle nostre traduzioni viene resa: “In principio” (Genesi 1,1). Il libro della Genesi, nel racconto della creazione, non ci dà una definizione del tempo, ma ci introduce nel tempo, nello spazio-tempo secondo la definizione di Albert Einstein, e dunque nella storia. Nemmeno la fisica moderna si preoccupa di definire il tempo, ma si occupa della misurazione del tempo. L’unità di misura che i fisici usano è il secondo o minuto secondo, che è una delle sette unità base del sistema internazionale.  In Genesi 1 Dio crea il tempo e ci dà il modo di misurarlo con l’alternarsi del giorno e della notte. Se il tempo fosse un punto fisso o fermo, se il nostro orologio segnasse sempre la stessa ora, se fosse sempre giorno o sempre notte, noi non noteremmo nemmeno che il tempo che passa. L’alternarsi del giorno e della notte, invece, ci permette di costatare e di percepire in maniera immediata ed evidente il trascorrere del tempo, fatto di giorni, settimane, mesi, anni. Gli animali non hanno coscienza del tempo che passa. Tutte le creature viventi vivono secondo certi cicli biologici, regolati dalla luna e dal sole, dal giorno e dalla notte, ma soltanto l’uomo ha coscienza del tempo che passa. Gli animali non aspettano che arrivi il prossimo anno: per essi è sempre lo stesso anno. Gli animali non hanno coscienza della settimana, non sanno che la domenica viene dopo il sabato o che il mercoledì precede il giovedì; non sanno che è iniziata una nuova settimana o che sta per finire una settimana. Essi vivono sempre nel sesto giorno. L’uomo invece programma la sua vita e regola le sue attività tenendo conto della settimana: lavora sei giorni e dedica un giorno al riposo, come nella settimana della creazione. Il riposo serve all’uomo per ricreare se stesso, per ritrovare la dimensione dell’essere e ricondurre il suo percorso di vita al vero motivo del suo esistere.


Con in mente questa introduzione sul tempo, soffermiamoci ancora brevemente su alcuni particolari che il racconto della creazione del libro Genesi riferisce in tre giorni differenti: il primo, il quarto e il settimo giorno, il sabato, in ebraico shabbath. Nel primo giorno Dio crea la luce e separa la luce dalle tenebre: chiama la luce giorno e le tenebre notte (1,3-5). Il giorno (yom)  è la separazione della luce dalle tenebre, è l’alternarsi della sera con la mattina. “Fu sera, poi mattina: primo giorno” (1,5). L’alternarsi del giorno/luce e della notte/tenebre struttura e costituisce il giorno. Il tempo che, per la prima volta, va da sera a sera viene chiamato: “primo giorno”. È l’inizio della settimana. Nel quarto giorno Dio crea il sole, la luna e le stelle (1,14-19). La creazione della luce precede la creazione del sole. Non c’è vita senza luce. Il sole viene definito “luminare maggiore”, la luna “luminare minore”. I due grandi luminari, il sole e la luna, devono dare luce alla terra, governare il giorno e la notte, essere dei segni per le stagioni e gli anni, che ora si possono contare perché esiste il giorno, vale a dire la frazione di tempo conosciuta e misurata. Ora il giorno viene illuminato dalla luce del sole e la notte dalla luce della luna, il sole presiede al giorno e la luna presiede alla notte. Nel primo giorno Dio separa la luce dalle tenebre, nel quarto giorno Dio separa il giorno dalla notte (1,14). Nel settimo giorno Dio stabilisce lo shabbath. Il sesto giorno Dio porta a compimento la creazione e il settimo giorno si riposa da tutta l’opera che aveva fatta (2,1-4). Dio santifica il settimo giorno, che viene così distinto e separato dagli altri sei giorni, e lo benedice. Nella settimana della creazione, costituita da 6+1, ci sono i giorni del fare e il giorno dell’essere, ci sono sei giorni per compiere le attività umane, partecipando in un certo qual modo all’opera di Dio, e un giorno per partecipare al riposo di Dio.

Paolo Mirabelli

29 settembre 2016

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Non basta possedere la Bibbia: bisogna leggerla. Non basta leggere la Bibbia: bisogna comprenderla. Non basta comprendere la Bibbia: bisogna viverla.

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.