Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Il capitolo 6 del vangelo di Giovanni contiene il miracolo della moltiplicazione dei pani e il discorso di Gesù sul pane della vita. Discorso ostico per molti dei suoi discepoli, delusi dal fatto che Gesù non corrisponde al loro desiderio di avere un capo politico, ma un Rabbi che fa precise richieste: una fede personale, l’amore per i nemici, e come se non bastasse, chiede ai suoi di accettare l’imminente fatto della Croce. Davvero “troppo” per molti dei suoi discepoli, tant’è che rinunciano a seguirlo. Costoro non capiscono Gesù non per incapacità ma per rifiuto. Ciò dimostra come il Signore non lasci mai indifferenti le persone: alcuni si sentono offesi, altri edificati, ma tutti sono provocati. Chi è discepolo di Gesù accoglie l’insegnamento del Signore senza “se” e senza “ma”, e riconosce che la Parola deve vincere gli umori, le delusioni, le false aspettative.


Nei versetti 66-69 il Cristo si rivolge ai Dodici, i quali rischiano di essere influenzati dalla defezione degli altri, dei “molti” che lo hanno abbandonato, non per svalutarne la fede, bensì per incoraggiarla, per sondarla. La sequela non è come una “porta girevole” che consente di entrare e uscire continuamente quando si vuole. Il vero discepolo segue il Maestro fino in fondo.


La risposta di Pietro è degna di attenzione: all’infuori di Gesù, non v’è fede, non v’è cammino, non v’è speranza. Non vi sono alternative, e questo va ribadito in tempi in cui la confusione religiosa favorisce il proliferare di “falsi cristi e falsi profeti”. Per Pietro, le parole di Gesù sono parole di vita eterna. Pietro e i Dodici credono e poi riconoscono, come suggerisce l’ordine delle parole del testo biblico, che Gesù è il “Santo di Dio”. Titolo questo non usuale nei vangeli.


Come Pietro e i Dodici, pure noi ci riconosciamo bisognosi del Cristo ogni momento della nostra vita. Lo confessiamo nostro Signore e Salvatore. Egli è il compitore di vita eterna per noi; è la nostra unica speranza. Confessiamo la Signoria di Gesù nella nostra vita e riconosciamo l’efficacia e la potenza delle sue parole. Noi non vogliamo andarcene da Gesù, e non vogliamo distanziarci dal suo insegnamento, poiché le sue parole sono per noi libertà, luce, verità, vita.

Paolo Mirabelli

19 settembre 2016

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Non basta possedere la Bibbia: bisogna leggerla. Non basta leggere la Bibbia: bisogna comprenderla. Non basta comprendere la Bibbia: bisogna viverla.

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.