Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Di fronte alle tragedie della vita, come il terremoto che ha colpito il Centro Italia, e al dolore che causano alle persone, le nostre parole non bastano e i nostri tentativi di rispondere al perché queste cose accadano sono del tutto insufficienti. Come sempre, il Vangelo può offrire conforto, speranza e comprensione, poiché non sono gli eventi che hanno l’ultima parola sull’uomo. La Scrittura ha sempre e ancora una parola da dire. Ascoltiamola in questa pagina del vangelo secondo Luca.


“In quello stesso tempo vennero alcuni a riferirgli il fatto dei Galilei il cui sangue Pilato aveva mescolato con i loro sacrifici” (Luca 13,1-5). L’argomento di questo brano è il ravvedimento. Il vangelo presenta una giustapposizione di idee: alla immagine del giudizio (12,49-59) segue l’esigenza del ravvedimento (13,1-5); al ravvedimento segue il tema della pazienza divina (13,6-9). Incastonato tra il giudizio e la pazienza c’è dunque il tema del ravvedimento: Dio è giudice, Dio invita tutti al ravvedimento, Dio è paziente. Temi e dialettica vanno sempre mantenuti nella predicazione. La pericope (13,1-9) non ha paralleli negli altri vangeli. Si colloca nella lunga sezione lucana riguardante il viaggio di Gesù verso Gerusalemme (capitoli 9,51-21,27). Fatti e parole, gesti e insegnamenti di Gesù sono così segnati da una tensione verso il compimento della sua missione.


Il testo si compone di due brevi sezioni distinte ma correlate. La prima è un monito alla conversione, prendendo occasione da due tragici avvenimenti (13,1-5). La seconda è una parabola che invita ad approfittare, finché dura, del tempo della grazia. I due episodi di morte violenta (strage ordinata da Pilato e crollo della torre di Siloe: il primo, l’atto sanguinario, riguarda i galilei ed è una azione di malvagità umana; il secondo i gerosolimitani ed è una tragedia naturale) mostrano come non sempre è da ricercare un nesso immediato tra colpa e morte, peccato e sofferenza. Non  è per niente facile rispondere al perché le tragedie, soprattutto quelle naturali, accadono.


Tuttavia, dice il racconto evangelico di Luca, i fatti interpellano il lettore e la comunità in ascolto a non essere impreparati e invitano alla conversione. Le parole di Gesù di fronte ai due avvenimenti di cronaca e la breve parabola del fico che non porta frutto richiamano la necessità di saper leggere gli appelli di Dio negli eventi della storia, per entrare e collocarsi in essa in una verità di vita, nella vigilanza e nel discernimento. Si tratta di passare da una vita in superficie a una vita in profondità, convertita alla logica di Dio. Ecco perché di fronte alla negatività della storia e di fronte alle tragedie inspiegabili il discepolo di Cristo non può accontentarsi di una semplice cronaca o di un giudizio affrettato, ma è invitato ad entrare in profondità per saper discernere i tempi e cogliere il kairos (il tempo opportuno) di Dio nel tempo che passa e accogliere l’invito della grazia offerta in Gesù Cristo.

Paolo Mirabelli

28 agosto 2016

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Non basta possedere la Bibbia: bisogna leggerla. Non basta leggere la Bibbia: bisogna comprenderla. Non basta comprendere la Bibbia: bisogna viverla.

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.