Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Una pubblicità di qualche anno fa diceva: “Rai: di tutto, di più”. Viviamo in un tempo in cui bisogna aspettarsi di tutto e di più anche tra coloro che si richiamano al cristianesimo. Fino alla riforma protestante c’era la tendenza a uniformare la dottrina e esprimerla in un rigido dogmatismo, attraverso i pronunciamenti del magistero e dei concili. Già nei primi secoli, accanto al canone biblico, si sviluppano la “regola di fede” e il “ministero episcopale” come criteri di uniformità. La riforma protestante contesta a Roma l’allontanamento dalle Scritture e propone come nota per l’identità della chiesa “la predicazione dell’evangelo e la corretta amministrazione dei sacramenti”, ma ne riconosce soltanto due: battesimo e Cena del Signore. Il protestantesimo, che nasce plurale, si sviluppa in varie confessioni, tuttavia nelle diverse ramificazioni c’è l’idea che ogni dottrina vada verificata e sottoposta all’esame della Scrittura. Con la nascita del movimento pentecostale, il protestantesimo viene frammentato ulteriormente. Nel variegato mondo pentecostale, ci sono coloro che accanto al principio della sola Scrittura pongono le “rivelazioni private”. Tra coloro che si appellano alle rivelazioni personali, ci sono alcuni che mantengono il principio di sottoporre ogni dottrina e pratica di fede all’esame della Scrittura, e ci sono altri che ritengono di non averne bisogno, poiché sostengono di essere guidati direttamente dallo Spirito Santo. La Scrittura diventa così un accessorio, non più il testo che norma la vita di fede della chiesa e del cristiano.


Dopo questa breve ma necessaria cornice storico-teologica, che permette di comprendere meglio il caso che sto per presentare, entriamo in tema. Qualche giorno fa ho avuto un dialogo, durato circa due ore, con un “credente di fede pentecostale”, il quale frequenta una chiesa fondata da un pastore latino-americano. Ha lasciato da poco il lavoro per assumere un ministero a tempo pieno. Pone molta enfasi sulle proprie esperienze che, a suo dire, provengono dallo “Spirito consolatore” che dimora in lui, motivo per cui non esita a chiamarsi egli stesso “Spirito consolatore”. La Scrittura la cita soltanto per indicare “un orizzonte spirituale” entro cui muoversi. In merito ai “sacramenti”, il termine non compare nelle Scritture e l’uso delle virgolette dice che si tratta di citazione, ha una visione completamente spirituale. La Cena del Signore è la Parola di Dio che viene manducata quando si ascolta la predicazione (predicazione che non è tanto un discorso tratto dalle Scritture, quanto un parlare delle proprie esperienze miracolistiche). È una visione diametralmente opposta a quella della Chiesa Cattolica, che vede nell’eucaristia la “presenza reale” del corpo e del sangue di Cristo. La Cena del Signore in questo modo scompare del tutto. Paolo, l’apostolo, alla luce di ciò che scrive alla chiesa di Corinto, direbbe così: “Quella che voi fate non è la Cena del Signore” (1 Corinzi 11). In merito poi al battesimo, la situazione si complica ulteriormente, poiché il battesimo non è una immersione nell’acqua, ma è “una sensazione che il credente prova”. Anche qui, Paolo e il Nuovo Testamento direbbero: “Quello che voi chiamate battesimo non è un battesimo”. Eppure Lutero, al seguito di Agostino, parlava di “parola ed elemento per accedere al sacramento”. Ma lasciamo da parte loro due e veniamo all’insegnamento biblico, che è quello che ci interessa. Nei vangeli c’è un uomo che viene chiamato il “battezzatore” perché immergeva le persone nelle acque del fiume Giordano: si tratta di Giovanni, il precursore di Gesù. Negli Atti degli Apostoli, quando si parla di battesimo: c’è uno che battezza, dell’acqua dove battezzare, e un altro che viene battezzato. Paolo alla chiesa di Roma ricorda che cos’è il battesimo: morte, sepoltura e risurrezione con Cristo, per camminare in novità di vita (Romani 6). Secondo il Nuovo Testamento, il battesimo è “un evento (un fatto) reale e concreto che si compie in un preciso momento della vita di una persona”, e tutto questo è certamente opera dello Spirito Santo (1 Corinzi 12,12-13). E allora il battesimo non è “la sensazione che si prova quando si fa la doccia e ci si sente puliti, fisicamente e spiritualmente”.

Paolo Mirabelli

31 marzo 2016

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Non basta possedere la Bibbia: bisogna leggerla. Non basta leggere la Bibbia: bisogna comprenderla. Non basta comprendere la Bibbia: bisogna viverla.

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.