La rivelazione di Gesù Cristo, comunemente detta “cristologia alta”, articola le due parti del vangelo di Giovanni: la prima, capitoli 1-11; la seconda, capitoli 12-20; l’epilogo, capitolo 21. Secondo il vangelo è evidente che Gesù è Dio, come viene chiamato una prima volta all’inizio, nel Prologo (Gv 1,1-18), e alla fine, quando Tommaso confessa: “Mio Signore e mio Dio” (Gv 20,28). E questo diventa un punto di scontro con i giudei. Nei sinottici Gesù annuncia il Regno di Dio, Paolo annuncia il Cristo Signore crocifisso e risorto, in Giovanni Gesù annuncia se stesso: l’incontro con il Gesù terreno è determinante per la salvezza, un incontro che si verifica qui e ora. Gesù è il Logos fatto carne che rivela il Padre, ne fa l’esegesi, l’ermeneutica. Questa “ermeneutica” è l’introduzione alla lettura dell’intero vangelo. Poiché nessuno ha visto Dio, soltanto Gesù, che è Dio nel seno del Padre (Gv 1,18), può rivelarlo, svelarlo: soltanto attraverso il Figlio, Dio diventa accessibile, si può conoscere. Conoscere Dio significa amare Dio. E il nuovo comandamento dell’amore (Gv 13,34-35) è condizione per essere un vero discepolo. Nella parte che riguarda la “rivelazione pubblica” del Gesù rivelatore, la prima parte del vangelo, il lettore/ascoltatore è invitato a compiere il passaggio da una fede iniziale, orientata al visibile, ad una fede nella rivelazione dell’invisibile Dio. Tutto il vangelo è un invito alla fede nel Figlio di Dio per avere la vita (Gv 20,30-31). La piena rivelazione ha luogo nella seconda parte del vangelo, nella cerchia dei discepoli. Soltanto chi è discepolo, chi è in intimità con Gesù, come il discepolo amato, coglie la rivelazione di Dio. Nel vangelo di Giovanni, il discepolo amato svolge la funzione di testimone: la sua testimonianza è fissata per iscritto e trasmessa nel vangelo. La testimonianza scritta fa sì che sia trasmessa inalterata nel tempo ed evita fraintendimenti (Gv 21,23). Nel discorso di concedo Gesù promette di inviare un altro Consolatore, il “parakletos”, lo Spirito Santo (Gv 14,16), lo Spirito della verità che guida nella verità tutta intera. È lo Spirito Santo che continua l’opera di Gesù. Il vangelo di Giovanni e lo Spirito Santo sono così dati ai discepoli e alla comunità.