Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).


Cos’è la teologia? E i teologi sono menzionati nella Bibbia?
Proverbi 7,2 Custodisci i miei comandamenti e vivrai, custodisci il mio insegnamento come la pupilla dei tuoi occhi.
La parola Teologia non si trova nella Bibbia [theos = Dio + logos = parola, discorso, indagine] ma compare per la prima volta nel IV secolo a.C. nell'opera di Platone la Repubblica; è figlia della filosofia anziché della predicazione biblica, perché disciplina che studia “Dio”, ma come vedremo, ciò è improponibile alla luce delle Scritture.
La Bibbia menziona l’ufficio del Dottore o insegnante della Parola (At 13,1;1Co 12,28; Ef 4,11) tant’è che Paolo venne chiamato da Dio ad essere dottore dei gentili (1Ti 2,7; 2Ti 1,11). Il fatto che vi sia la condanna da parte dello Spirito per i falsi dottori (1Ti 1,7;2Pt 2,1) comporta che il loro ufficio era imitato carnalmente da alcuni, ma non per questo va considerato come non attuale per i cristiani di oggi. Ma il teologo è quindi il Dottore della Parola di Dio? Non necessariamente. Partendo dal presupposto che non tutti sono Dottori (1Co 12,29) ne consegue dunque che la laurea in teologia non sostituisce il dono spirituale d’insegnamento. Ho la sensazione che la teologia stia incidendo negativamente sulla forza sovversiva originale del messaggio Cristiano modificandola in spiritualità sì biblica ma secolarizzata. I comandamenti e l’insegnamento provengono da Dio, non dai teologi. La teologia non è torre d’avorio dove rintanarsi, perché : La vita cristiana non consiste nell’essere, ma nel divenire, non nella vittoria, ma nella battaglia, non nella giustizia, ma nella giustificazione, non nella purezza, ma nella purificazione … nessuno è così perfetto da non essere in qualche misura anche perfettibile e nessuno è così ricco da non poter ulteriormente arricchirsi. Dobbiamo perciò custodire la sana dottrina, perché essa consente di godere del Sommo Bene, ossia la comunione con il Dio vivente.
Al tempo del Re Salomone non c’erano Scuole Bibliche né Facoltà di Teologia. Lo studio della Parola era [e continua ad essere] parte della vocazione di tutto il popolo di Dio, senza delegarlo a figure professionali, “addetti ai lavori” quali teologi, biblisti, pastori e predicatori. Senza nulla togliere ai doni manifestati da questi fratelli, è opportuno ricordare come sia lo Spirito Santo ad essere il vero teologo.
La teologia è anzitutto il parlare di Dio. Per Lutero il vero teologo è chiunque guardi alla Croce di Gesù Cristo come tema di fede, pertanto veri teologi sono tutti i cristiani che crocifiggono il loro “io” ed esaltano il loro Signore e Salvatore. Difatti la teologia sussiste nel dialogo con Dio mediante la Parola che va oltre le nostre parole. Il vero teologo non deve conoscere Dio bensì riconoscerlo, e ciò non dipende dall’esperienza o dal sentimento, né dalla ragione né dalla formazione accademica, perché tutte queste rischiano di darci una caricatura della rivelazione di Dio e suscitare nuove idolatrie. Dio non è mai oggetto dell’indagine teologica, ma è Colui che liberamente e misericordiosamente si manifesta all’uomo per mezzo della Bibbia confermata dallo Spirito Santo, facendo a meno delle nostre intuizioni e speculazioni. E Proprio l’opera dello Spirito fa sì che la rivelazione sia mediata indiretta ed in incognito, consentendo alla teologia biblica e cristiana di essere procedimento critico della conoscenza di Dio e del Suo mondo, fatto di forme storiche di cui Dio si riveste e sotto le quali si nasconde nell’atto di rivelarsi. La teologia non è opera meritoria, ma strumento per comprendere la fede in Cristo, da cui proviene la salvezza. Se il teologo ha fiducia nelle sue capacità naturali, la sua fede crolla e crocifigge nuovamente il Cristo (cf. Eb 6,6). Non c’è merito soggettivo per chi è teologo, perché egli si riconosce sempre peccatore ma graziato.
I teologi hanno dunque bisogno di convertirsi? Sicuramente. Quando un teologo si converte, costui rinuncia alla teologia in quanto tale e insegna la Parola senza ricorrere alle dottrine di uomini. Non sarà [più] un teologo protestante o cattolico, ma un insegnante della Parola di Dio su mandato di Gesù Cristo. E come Paolo, dirà: Ma le cose che mi erano guadagno, le ho ritenute una perdita per Cristo. Anzi, ritengo anche tutte queste cose essere una perdita di fronte all’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù mio Signore, per il quale ho perso tutte queste cose e le ritengo come tanta spazzatura per guadagnare Cristo (Filippesi 3,7-8).

Platone: Va bene - disse - ma tali direttive inerenti alla teologia quali potrebbero essere? Più o meno queste - risposi - come Dio si trova ad essere, così andrebbe sempre raffigurato, sia che lo si faccia in versi epici, o lirici, o nel testo di una tragedia (Repubblica, II. 379 A)

Marco Soranno

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Non basta possedere la Bibbia: bisogna leggerla. Non basta leggere la Bibbia: bisogna comprenderla. Non basta comprendere la Bibbia: bisogna viverla.

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.