Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

L’altra sera, su La 7, a Otto e Mezzo, la trasmissione condotta da Lilli Gruber, Eugenio Scalfari ha dichiarato ancora una volta che il vero fondatore del cristianesimo è stato l’apostolo Paolo. Quella che Paolo sia il vero fondatore del cristianesimo è una tesi ormai vecchia, obsoleta, la sosteneva anche Nietzsche e perfino Alfred Rosenberg, l’ideologo nazista di Hitler. Secondo tale tesi, il cristianesimo sarebbe una religione del tutto aliena alla predicazione di Gesù. Nel Novecento, in ambito luterano alcuni parlavano di Paolo come “secondo fondatore del cristianesimo”. In un commento di uno studioso tedesco si legge che Paolo ha saputo reinventare dalla storia di Gesù, accaduta in una oscura provincia romana come era la Giudea, un messaggio universale, adatto a tutti i tempi e culture del mondo. Così Scalfari non dice nulla di nuovo: i tedeschi hanno già detto tutto. Scalfari però non sa di difendere uno dei tanti miti dell’esegesi liberale novecentesca, che la teologia stessa considera privo di fondamento e di qualunque indagine storica rigorosa. Scalfari non sa che oggi la ricerca teologica è molto attenta agli “elementi pre-paolini presenti in Paolo”, più che al ruolo da lui svolto nel suo contesto di azione. Oggi queste idee su Paolo fondatore del cristianesimo sono convinzioni diffuse soltanto tra i laicisti e gli scettici del cristianesimo, ma nessun studioso serio del Nuovo Testamento e del cristianesimo antico potrebbe mai accogliere una simile tesi. Paolo stesso afferma nelle sue lettere di trasmettere alle chiese ciò che lui ha ricevuto dal Signore (1 Corinzi 11,23), e ripete spesso che il Vangelo da lui predicato proviene dal Signore, quel Gesù che gli è apparso sulla via di Damasco. Il dato inconfutabile che emerge dal Nuovo Testamento è che il Vangelo, la predicazione, la chiesa e il cristianesimo sono anteriori a Paolo. C’è un dato di fede pre-paolino indubbio. Paolo era un ebreo che perseguitava le chiese prima della sua conversione. Le chiese e i cristiani dunque esistevano già prima di lui. Paolo stesso venne accolto dai discepoli della chiesa di Damasco dopo l’incontro con Gesù. Ai suoi oppositori che mettevano in discussione il suo apostolato, Paolo dichiara che lui è apostolo per volontà di Dio come gli altri apostoli prima di lui e che nella sua predicazione non annuncia un altro Vangelo, ma quell’unico Vangelo predicato da tutti, sempre e ovunque. Secondo il Nuovo Testamento, dunque, non è certo Paolo il fondatore del cristianesimo, bensì Gesù Cristo, morto e risorto. Paolo è “soltanto” un discepolo e apostolo, un araldo, che spende la sua vita a predicare quel Signore risorto e vivente che lui ha incontrato sulla via di Damasco.

Paolo Mirabelli

21 novembre 2015

Gallery|Bibbiaoggi
Foto & Post della Gallery: 1680
Non basta possedere la Bibbia: bisogna leggerla. Non basta leggere la Bibbia: bisogna comprenderla. Non basta comprendere la Bibbia: bisogna viverla.

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.