Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

I recenti fatti di cronaca accaduti l’altro ieri a Parigi destano molta preoccupazione. Questa volta non sono stati colpiti dei luoghi simbolo, ma luoghi comuni, frequentati da gente comune. E ciò che preoccupa è il pensiero che a questo punto il terrorismo potrebbe colpire ovunque si incontrano delle persone. Preoccupa pure però la reazione francese: la Francia ha risposto al terrore con le bombe. Oltre alla guerra, possibile che non c’è un altro modo o un’altra via per risolvere i problemi e le tensioni tra i popoli, le culture e le religioni? La politica ormai non riesce più a dare soluzioni a niente. I politici appaiono insignificanti e inutili. E la cultura moderna, la tanto decantata cultura post illuminista, di cui la Francia è paladina, di moderno ha solo le armi e i cacciabombardieri, visto che di fatto si comporta come gli antichi e alla violenza sa solo rispondere con le bombe. La cronaca e la crescente spirale di violenza che stanno caratterizzando il nostro tempo mi portano a fare due brevi riflessioni. La prima. Innanzi tutto mi viene da dire che non sarà mai possibile avere “il paradiso in terra”. La terra è abitata dagli uomini e gli uomini avranno sempre problemi e tensioni: l’uomo sarà sempre il lupo dell’uomo. Da quando l’uomo ha abbandonato Dio, la via che ha intrapreso è lastricata di violenza e di cattiveria, di malvagità e di azioni crudeli. Il mondo non cambierà perché avremo una migliore democrazia, con dei partiti nuovi, o un maggiore impegno e moralizzazione delle persone. Sotto questo aspetto non mi pare che ci sia maturazione e progresso, bensì linearità e continuità con il passato. Il mondo non cambierà finché non si capisce che il vero problema dell’uomo è il peccato. Sì, il peccato è il vero dramma dell’uomo, il peccato è il male all’origine di ogni altro male. L’uomo ha scambiato Dio con qualcos’altro, e una vita senza Dio porta inevitabilmente a una vita senza il prossimo. La seconda riflessione. In Luca 13,1-5 sono menzionati due fatti di cronaca, due episodi di morte violenta: una strage ordinata da Pilato e il crollo della torre di Siloe. Il primo episodio, l’atto sanguinario, riguarda i galilei ed è dovuto ad una azione di malvagità umana. Il secondo riguarda i gerosolimitani ed è una tragedia naturale. Il primo viene proposto da alcuni a Gesù. Il secondo è menzionato da Gesù stesso. Ma in entrambi i casi Gesù invita al ravvedimento. I fatti dunque interpellano gli ascoltatori del vangelo a non essere impreparati, e invitano alla conversione, alla necessità di saper leggere negli eventi della storia, per entrare e collocarsi in essa in una verità di vita, nella vigilanza e nel discernimento. Si tratta di passare da una vita in superficie a una vita in profondità. Ecco perché di fronte alla negatività della storia il discepolo non può accontentarsi di una semplice cronaca o di un giudizio affrettato, ma è invitato a discernere i tempi per cogliere il “kairos”, il tempo opportuno di Dio.

Paolo Mirabelli

16 novembre 2015

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Non basta possedere la Bibbia: bisogna leggerla. Non basta leggere la Bibbia: bisogna comprenderla. Non basta comprendere la Bibbia: bisogna viverla.

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.