Sono tante le novità che in questi ultimi anni abbiamo apportato nella nostra comunità. Vogliamo essere una chiesa che non sia sempre uguale a se stessa, fissata su schemi obsoleti, ma che sappia fare della novità un punto di forza dell’essere chiesa nel nostro tempo. Una chiesa che cambi e si rinnovi di continuo. Una chiesa che sappia essere sempre nuova e proporsi come unica novità in questo mondo ormai vecchio, che ha reso vecchie persino certe chiese. Qualcuno forse si domanderà dov’è il fondamento biblico per apportare delle novità. Per rispondere, potrei addurre numerosi testi ma ne basta uno, e cito Gesù: “Il vino nuovo va messo in otri nuovi” (Luca 5,38). In altre parole: lo spirito nuovo e le novità portate da Gesù vanno espressi nelle forme nuove del Vangelo. Tra le molte novità che abbiamo introdotte, alcune riguardano il culto e la riunione della chiesa, altre la vita della chiesa, altre ancora il linguaggio che usiamo, il nostro stare insieme come cristiani, l’evangelizzazione. Non c’è aspetto della chiesa che non sia stato interessato dalle novità che abbiamo apportate. Ecco un piccolo elenco iniziale delle novità introdotte: il santo bacio; la pace; il digiuno; la comunione fraterna; l’imposizione delle mani; la confessione dei peccati; la condivisione e i beni da distribuire secondo il bisogno di ciascuno; la preghiera con le mani alzate e quella dove ci inginocchiamo; la preghiera con l’unzione dell’olio per chi soffre; momenti di adorazione; l’esercizio di doni spirituali; la mensa comune; la preghiera della donna a capo coperto; l’insegnamento sulla lavanda dei piedi. Sono davvero tante le novità, che non è qui possibile elencarle tutte. Così ho pensato di riassumerle brevemente in cinque punti. Ovviamente, per ogni punto sono dati degli esempi a titolo esplicativo. Primo. Novità nel nome da dare alla chiesa e ai cristiani. Non usiamo più un nome esclusivo per indicare la chiesa, ma ci facciamo conoscere come Chiesa di Cristo, Chiesa di Dio; Chiesa di Dio in Cristo; Famiglia di Dio; Corpo di Cristo; Popolo di Dio. Tra di noi ci chiamiamo Fratelli e Sorelle, Cristiani e Discepoli. Secondo. Abbiamo apportato delle novità nelle riunioni della chiesa, che sono articolate in momenti diversi e durano “finché il tempo ce lo consente”. Non cantiamo più cinque inni di lode durante l’ora del culto, ma cantiamo per un’ora durante il culto. Non chiediamo più a qualcuno di guidare la preghiera, ma vogliamo che sia lo Spirito Santo a suscitare chi vuole. Sappiamo quando inizia il nostro stare assieme, perché abbiamo preso l’abitudine di aspettarci gli uni gli altri, ma non sappiamo più quando si conclude. Abbiamo abolito l’intrattenimento durante i culti e fatto spazio alla potenza della Parola e dello Spirito Santo. Terzo. Novità nel linguaggio che usiamo. Non diciamo più: “Il signor Carlo è con noi oggi”, ma diciamo: “Il fratello Carlo è con noi”. Non diciamo più: “Quanti battesimi o battezzati avete avuto?”, ma diciamo: “Quante conversioni ci sono state?”. Crediamo ormai che soltanto il Signore o lo Spirito Santo possa aggiungere alla chiesa coloro che sono salvati. Non diciamo più: “Chi sono i vostri leader”, ma parliamo di ministeri e di servitori, uomini e donne di Dio, e dell’opera di Dio. Abbiamo abbandonato il linguaggio della sapienza umana e adottate parole spirituali, insegnate dallo Spirito, per cose spirituali. Quarto. Novità nell’annuncio e nella predicazione del Vangelo. Non riconosciamo più come “missionari” i ragazzi mandati da qualche università, ma riconosciamo come “missionari e inviati” (evangelizzatori) coloro che Dio chiama e costituisce e che le chiese riconoscono e mandano. Non riconosciamo più come evangelizzazione della Parola “la pubblicità in cassetta che invita a eventi alternativi”, ma crediamo che evangelizzare significhi andare di luogo in luogo, di casa in casa, ad annunciare la Parola e parlare alle persone di Gesù e del Vangelo. Non predichiamo più “i punti dottrinali della chiesa”, poiché crediamo che la chiesa non abbia una propria dottrina, né che possa insegnare verità di fede e di vita a colpi di maggioranze e con voto democratico, ma predichiamo Cristo e la meravigliosa grazia di Dio; e insegniamo la sana dottrina trasmessa dagli apostoli nel Nuovo Testamento. E nella predicazione non cerchiamo più effetti speciali o situazioni suggestive per convincere le persone, ma lasciamo che sia lo Spirito Santo a toccare i cuori degli ascoltatori con la potenza del Vangelo. Quinto. Novità nell’essere chiesa. Crediamo che la chiesa debba abbandonare le finalità non scritturali che si è data nel tempo e le azioni di supplenza che svolge e tornare alla novità del mistero di Dio in Cristo, per far conoscere la infinitamente varia sapienza di Dio.