La parola greca “paradosis” letteralmente significa tradizione. In sé il termine non dice se ciò che si fa sia giusto o sbagliato: è dal contesto che lo si capisce. Il termine ricorre tredici volte nel Nuovo Testamento. In nove casi si riferisce a tradizioni rabbiniche. In 1 Corinzi 11 e 2 Tessalonicesi 2 si riferisce agli insegnamenti di Gesù e degli apostoli. Queste tradizioni non sono altro che elementi del Vangelo trasmessi alle chiese dagli apostoli. La trasmissione di queste tradizioni/insegnamenti è avvenuta inizialmente per mezzo della predicazione e degli scritti apostolici. Successivamente poi sono state raccolte e trasmesse nel Nuovo Testamento. Ed ecco una prima conclusione: i cristiani riconoscono come valide, e dunque come norma di fede, tutte quelle tradizioni (insegnamenti) che risalgono a Gesù e agli apostoli e che sono contenute nella Bibbia. Il solo criterio dell’antichità non è ammissibile per stabilire se una tradizione sia vera, giusta e buona: ci sono tradizioni millenarie, molto antiche, ma hanno un’origine pagana e immorale. Occorre perciò stabilire la fonte, la provenienza della tradizione, che per i cristiani è Gesù e gli apostoli e discepoli. Il modo che i cristiani hanno per autenticare una tradizione e per riconoscerne la validità è allora vedere se essa sia o meno conforme alla Scrittura. Una tradizione non necessariamente è sbagliata in sé, lo è solo se annulla o se è contraria alla Parola di Dio. Paolo invita i tessalonicesi a conformarsi alla tradizione data a loro dagli apostoli: “Così dunque, fratelli, state saldi e ritenete gli insegnamenti (paradosis) che vi abbiamo trasmessi sia con la parola, sia con una nostra lettera.” (2 Tessalonicesi 2,15). La tradizione qui è intesa come un messaggio ispirato, un insegnamento apostolico: sono gli insegnamenti degli apostoli, ispirati dallo Spirito Santo e trasmessi alle chiese. Il Nuovo Testamento raccoglie e contiene tutte le tradizioni degli apostoli che sono necessarie al culto e alla vita delle chiese e del cristiano. Dunque, quale tradizione? Da questo breve studio possiamo dire che esistono tre tipi di tradizioni: 1) le tradizioni di Gesù e degli apostoli; 2) le tradizioni “neutre” degli uomini; 3) le tradizioni degli uomini che sono contrarie alla Scrittura, che annullano il comandamento di Dio. Queste ultime vanno indubbiamente rigettate dai cristiani. Gesù lo dice espressamente (Matteo 15 e Marco 7). E Pietro e Giovanni di fronte al Sinedrio affermano che bisogna ubbidire a Dio, non agli uomini (Atti 4,19). Le tradizioni qui chiamate “neutre” sono tutte quelle che non aggiungono nulla di più alla fede e non tolgono niente al cammino per lo Spirito. Sono di vario tipo e riguardano gli aspetti più diversi della vita. Alcune possono interessare pure la vita della chiesa, ad esempio: nella maggior parte delle comunità è consuetudine fare lo studio della Bibbia il mercoledì sera. È una “tradizione”. Non è certamente sbagliata, ma nulla toglie che la chiesa si possa riunire di martedì o di venerdì. Questa buona abitudine non deve diventare normativa, non deve essere imposta come se fosse Parola di Dio. Infine ci sono le tradizioni di Gesù e degli apostoli riportate nel Nuovo Testamento. E queste vanno accolte e ritenute. Come dice Paolo nel testo già citato, il cristiano deve “stare saldo” nelle tradizioni che lo Spirito Santo ha trasmesso alle chiese nel Nuovo Testamento.