Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

“Ma dov’è il vostro Dio?” Ce lo chiede un visitatore che nei nostri locali di riunione non vede alcuna rappresentazione di Dio e che sa che non facciamo processioni portando statue sulle spalle. Questa è una mentalità tipicamente pagana, che nulla ha a che fare con il cristianesimo biblico, con la fede biblica d’Israele e della chiesa, anche se il nostro amico dice di essere un “cristiano”. Israele non ha mai avuto alcuna rappresentazione di Dio, non perché non conoscesse le immagini, ma perché sapeva che erano proibite da Dio. Nella storia d’Israele rimane emblematico il caso del vitello d’oro dell’esodo e il conseguente giudizio che ha subito per essersi fatto un dio, un monito che il popolo di Dio non ha mai dimenticato. Gli egiziani, i cananei, i babilonesi e tutti i popoli antichi con i quali Israele si è relazionato avevano molte rappresentazioni delle loro divinità. Eppure Israele non ha mai avuto immagini di Dio, del Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe. Ad esempio, nella festa del dio babilonese Akitu, tutti i popoli sottomessi dovevano marciare in processione con le statue delle loro divinità sulle spalle. Alla fine c’era il grande dio dei babilonesi il cui nome era Marduk, considerato il dio supremo, colui che aveva vinto tutti gli altri dei e sconfitto tutti i popoli della terra. Israele, nel tempo della cattività babilonese, si trovò ad assistere a queste processioni e ad affrontare questa problematica. Quale statua di Dio poteva mostrare Israele? Nessuna. Perché? Perché il Dio vero e vivente non poteva essere rappresentato. Lo vietava il Decalogo. Per questo motivo Israele veniva considerato da alcuni un “popolo senza dio”. Ci sono diversi testi nel libro di Isaia e in altri scritti profetici dove il Signore dice al suo popolo: “Io camminerò davanti a te”. Come nell’esodo, Dio ha sempre accompagnato il suo popolo: era la sua avanguardia e la sua retroguardia nel cammino di fede. I primi cristiani e la chiesa antica non hanno mai pensato di farsi delle rappresentazioni di Dio: la loro era un fede nel Dio che vive, nel Signore che è risorto dai morti e che è presente in mezzo a loro. Il dio che ha occhi e non vede, orecchie e non ode, bocca e non parla, piedi e non cammina, ha bisogno di essere trasportato sulle spalle in processione. Mentre il Dio vero e vivente è lui che porta il suo popolo, è lui che porta noi. Egli non ha bisogno di essere rappresentato. Egli è colui che è, il vivente. Il Signore risorto, dunque, vive ed è in mezzo a noi. È scritto nel vangelo che dove due o tre sono riuniti nel nome di Gesù, egli è in mezzo a loro. Lo Spirito Santo abita in noi. Dunque, il Signore è in mezzo a noi anche se gli uomini non lo vedono. Il Signore cammina dinnanzi a noi ed è in mezzo a noi, anche se sulle nostre spalle non portiamo alcuna statua che lo rappresenta e nei nostri locali di riunione non ci sono immagini di Dio.

Paolo Mirabelli

24 maggio 2015

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Non basta possedere la Bibbia: bisogna leggerla. Non basta leggere la Bibbia: bisogna comprenderla. Non basta comprendere la Bibbia: bisogna viverla.

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.