Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Per cercare di rispondere al quesito posto da alcuni fratelli sulla “questione del velo”, ho pensato di fare uno studio su 1 Corinzi 11,1-16. Esaminerò soltanto il tema in questione e tralascerò tutto il resto, che pure c’è nel testo e che rappresenta una grande ricchezza per noi cristiani. Non farò alcun riferimento ai dati extrabiblici, come agli usi e ai costumi di Corinto, perché parto dal presupposto che nella Scrittura abbiamo tutto ciò che necessita per conoscere la volontà di Dio.

Traduzione letterale di 1 Corinzi 11
La prima cosa che propongo è una traduzione letterale del testo greco di 1 Corinzi 11.
Ecco la traduzione dei versetti che più ci interessano. Questa traduzione può essere confrontarla con un qualunque testo interlineare.
11,4 Ogni uomo pregante o profetizzante avendo giù dal capo (kata kephales echon) disonora il capo di lui.
11,5-6 Invece ogni donna pregante o profetizzante non con il capo velato (coperto) disonora il capo di lei; una cosa infatti è e la stessa di quella rasata. Se infatti non si vela una donna, anche si rada; ma se è vergognoso per una donna il radersi, si veli.
11,7 Infatti l’uomo non deve coprirsi il capo …
11,10 Per questa cosa la donna deve avere sul capo potestà (autorità) a motivo degli angeli.
11,13 Giudicate in voi stessi: è conveniente donna non velata (coperta) pregare Dio?
11,14-15 La natura stessa non vi insegna a voi che l’uomo qualora faccia crescere i capelli, è vergogna per lui; la donna invece qualora faccia crescere i capelli, è gloria per lei? Poiché la chioma in luogo di velo è data a lei.

Alcune considerazioni
Osservando il testo, possiamo ora fare alcune considerazioni.
Il sostantivo “velo” è usato da Paolo solo al versetto 15, mentre nei versetti precedenti egli usa il verbo “velare o coprire”.
Al versetto 4 è detto che l’uomo non deve avere “giù dal capo”; non si parla esplicitamente di velo. L’espressione potrebbe significare semplicemente: “non deve avere i capelli lunghi che cadono dalla testa”.
Ai versetti 5 e 6 invece si dice che la donna, quando prega e profetizza, deve avere il capo coperto o velato ma non si dice con che cosa: per alcuni il velo, per altri la lunga chioma. Il testo dice solo “capo o testa coperta”. Dire pertanto “velo” o “lunga chioma” è una deduzione nostra, è una scelta che il traduttore fa.
Paolo introduce poi due nuovi elementi: il radersi il capo e la vergogna. La donna con il capo non velato o coperto è come se fosse rasa; tagliarsi i capelli corti o farsi radere la testa è una vergogna per la donna. Il motivo della vergogna non è detto; l’apostolo non dice che era un motivo legato agli usi e ai costumi di Corinto. Potrebbe anche essere, ma non lo sappiamo con certezza. Noi dobbiamo invece ragionare su ciò che è scritto. Potrebbe essere un motivo legato alla creazione: Dio ha dato “per natura” i capelli corti all’uomo e i capelli lunghi alla donna. È forse una questione legata alla prostituzione e al modo di radersi delle prostitute?
Al versetto 7 Paolo ribadisce che l’uomo non deve coprirsi il capo ma non specifica con che cosa: il velo o i capelli lunghi? O entrambi sono proibiti all’uomo? È forse una questione legata agli effeminati o all’omosessualità?
Il versetto 10 non dice che la donna deve avere sul capo un segno dell’autorità da cui dipende, bensì dice semplicemente che “la donna deve avere sul capo autorità”. La prima lettura non è una traduzione ma una interpretazione, un prolungamento di ciò che il testo dice. Che cosa la donna deve avere sul capo che le dia autorità? Il velo o la lunga chioma?
Al versetto 13 l’apostolo invita i cristiani di Corinto a dare loro stessi un giudizio se sia conveniente per una donna con il capo non coperto pregare Dio. Coperto o velato da che cosa? Dal velo o dalla lunga chioma?
Nei versetti 14 e 15 Paolo si appella alla “natura che insegna”. Credo che per “natura” qui si intenda “l’ordine naturale” delle cose create da Dio, l’ordine che deriva dalla creazione di Dio. E una di queste cose insegnate dalla natura è che la lunga chioma è un disonore e una vergogna per l’uomo, mentre è un onore e motivo di gloria per la donna, perché esalta la sua bellezza e la sua femminilità. Infine Paolo afferma che la lunga chioma è data alla donna “anti velo”: al posto di velo, invece di velo, come o a guisa di velo.

Il vocabolario
Può essere utile pure riportare il significato di alcuni termini del vocabolario usato da Paolo in 1 Corinzi 11. Riporto quelli più significativi per il nostro tema.
Innanzitutto il verbo “velare”. Katakalypto: velare, coprire. Nel NT si trova solo in 1 Corinzi 11, dove è usato tre volte. Cosa intende Paolo con l’espressione “capo coperto”? Che la donna deve usare il velo? Che la donna deve avere la lunga chioma e non essere rasata?
C’è poi il sostantivo “velo”. Peribolaion: cappa, mantello, velo. È usato una sola volta in 1 Corinzi 11,15 e poi in Ebrei 1,12. C’è pure il velo del tempio, ma quello è un’altra cosa.
Infine quattro vocaboli legati alla capigliatura. Komao: avere i capelli lunghi. È usato in 1 Corinzi 11,14-15. Kome: chioma, capigliatura. È usato in 1 Corinzi 11,5. Keiro: tosare, radersi il capo, tagliare i capelli. È usato in 1 Corinzi 11,6 e in Atti 8,32 (citazione di Isaia 53,7). Xyrao: radere, rasare; è usato in Atti 21,24 e in 1 Corinzi 11,5-6.

I dati dell’Antico Testamento
Quando Rebecca incontra Isacco, il suo futuro marito, si copre con un velo (Genesi 24,65). In Genesi 38 si racconta la storia di Giuda e Tamar, suocero e nuora. Nei versetti 14 e 15 si dice che Tamar si veste di prostituta e si copre il capo di un velo per non farsi riconoscere dal suocero. In questo caso però coprirsi il capo con un velo ha un significato negativo, come lo stesso versetto 15 suggerisce, mentre in 1 Corinzi 11 è il capo scoperto che ha un significato negativo. Nel Cantico dei Cantici si parla del velo usato dalle donne. L’amante dice alla sua amata: “Tu sei molto bella dietro al tuo velo” (4,1-3; 6,7).

Una lettura di 1 Corinzi 11
È probabile che una delle problematiche sorte a Corinto, e che Paolo cerca di correggere con il testo in esame, sia “la questione della parità e delle differenze”. Forse a Corinto le donne vogliono assomigliare agli uomini anche nella corta chioma, per evidenziare così la parità tra uomo e donna. In nome della pari dignità, si aboliscono ruoli e differenze. Paolo risponde dicendo: l’uguaglianza dell’uomo e della donna sul piano della fede (Galati 3, 27-29) non deve far pensare che sia abolita la differenza dei ruoli. L’uguaglianza tra l’uomo e la donna davanti a Dio non deve essere motivo per relativizzare le differenze sessuali e creazionali. L’emancipazione spirituale della donna non deve diventare una specie di mascolinizzazione: la donna non ha bisogno di vestire come un uomo o di assomigliare ad un uomo con i capelli corti per esprimere la sua uguaglianza davanti a Dio, ma deve rimanere una “femmina” con tutto ciò che questo comporta. Il velo o la lunga chioma, a differenza della rasature e dei capelli corti, dice che la donna che prega e profetizza conosce e rispetta i ruoli e l’ordine creazionale voluti da Dio.

Qual è la questione importante
1 Corinzi 11 è dunque una questione teologica importante. Non mi pare che si limiti solo ad una specifica situazione locale di Corinto, infatti Paolo si appella ad una usanza generale, che riguarda tutte le chiese di Dio (11,16). Non mi pare che la questione sia il velo in sé, piuttosto il significato che il modo e l’atteggiamento dell’orante hanno ed esprimono davanti a Dio e alla comunità.

Paolo Mirabelli

10 marzo 2015

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