Domani, il 27 gennaio, come ogni anno, ricorre il Giorno della Memoria per ricordare le vittime del nazismo: milioni di ebrei uccisi da un regime assurdo e disumano. Nel 1930, Alfred Rosenberg, un sedicente intellettuale, che assieme ad Hitler ed Eckart sono a capo del partito nazista, pubblica il libro “Il Mito del XX secolo”, considerato il manifesto del nazionalsocialismo. Un libro sciagurato, pieno di oscenità e assurdità. Il suddetto trio di sedicenti intellettuali si propone di smascherare e combattere lo spirito ebraico, che attraverso il cristianesimo è penetrato anche nei tedeschi razzialmente puri: e “l’anima tedesca è stata così contaminata dall’ebraismo”. La storia purtroppo ha reso evidente la follia di uomini siffatti e le atrocità commesse dal nazismo, che è riuscito ad accecare un intero popolo e persino le chiese: deve imbarazzare e far vergognare sapere che la maggioranza delle chiese tedesche si è schierata dalla parte di Hitler. Persino la teologia liberale, e il tanto decantato metodo storico-critico, ha subito un “deragliamento” sostenendo acriticamente, con i suoi massimi esponenti, la politica del nazionalsocialismo e l’ideologia nazista. I teologi liberali, preoccupati di sottomettere la fede alla ragione, frantumano e destrutturano la Sacra Scrittura, ponendo non più Dio al centro della Rivelazione, bensì l’uomo nuovo nato dall’illuminismo: lo sguardo non è più rivolto a Dio (Dio ormai è fuori gioco), ma all’uomo, che diventa signore della Parola di Dio, arbitro e canone della Rivelazione, soggetto assoluto di se stesso, mentre Cristo è ridotto ad uno dei tanti predicati e il cristianesimo una semplice esperienza religiosa. Domani ricorre il Giorno della Memoria in ricordo di tutte le vittime del nazismo. È d’obbligo ricordare pure fin dove può arrivare la pazzia dell’uomo. È d’obbligo ricordare che il male non ha limiti. È d’obbligo ricordare, infine, che anche le chiese e la teologia, quando non si sottomettono a Dio e alla sua Parola, deragliano e precipitano in un baratro. Senza Dio non si costruisce il bene comune dell’uomo. Senza Dio la storia è destinata a ripetersi con tutte le sue aberrazioni. Senza Dio non si costruisce niente di nuovo e di buono. “Senza di me non potete far nulla”, dice Gesù (Giovanni 15,5).