Durante il viaggio in aereo che lo portava in estremo Oriente, Francesco si è intrattenuto a parlare con i giornalisti che lo intervistavano. E, ovviamente, non poteva mancare il riferimento ai fatti accaduti in Francia. Francesco ha ribadito il no alla guerra in nome di Dio, ma ha pure detto che non bisogna offendere la fede. Ed è qui che ha pronunciato delle parole che subito hanno fatto il giro del mondo e che il Vaticano ha cercato di mitigare, accomodando il senso. Eccole: “Ma se il dottor Gasbarri, che è un mio grande amico, dice una parolaccia contro la mia mamma gli aspetta un pugno. È normale”. No, non è normale che un Papa parli di pugni, non è normale che dica queste cose. Per il ruolo pubblico che ha, egli non può parlare di pugni e di vendetta privata. Senza cadere nella polemica sterile, non è nemmeno mia intenzione occuparmi “dell’orto degli altri”, desidero fare tre brevi considerazioni su quanto accaduto e detto. Prima. Le parole di Francesco disattendono il detto evangelico sul perdono e sulla tolleranza, dimenticano l’insegnamento di Gesù: “Se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l’altra” (Matteo 5,39-40). Se capisco bene il detto di Gesù, non si risponde alla violenza (verbale o fisica) con altra violenza. Seconda considerazione. Se l’offesa alla propria madre, che qui è riferimento alla fede e alla religione degli altri, giustifica il pugno, ciò significa che esistano una serie di cose per le quali l’uomo può decidere da sé di farsi giustizia da solo. Mentre il Vangelo, il Nuovo Testamento, è contrario alle vendette private e invita i cristiani a rimettere il giudizio nelle mani di Dio (Romani 12,17-21). Terza ed ultima considerazione. Una delle qualità di Francesco è la sua spontaneità. Quando non segue il rigido protocollo impostogli dai “sacri palazzi”, quando non legge i discorsi che gli scrivono, Francesco tocca i cuori delle persone per i gesti che compie, come il bere dalle lattine che la gente gli offre, e per le cose che dice, come il suo ormai famoso “buon pranzo”. Nelle parole sul dare un pugno a chi offende la madre, Francesco ha mostrato, a mio avviso, di essere “uno di noi”, vale a dire, di essere semplicemente un uomo e di ragionare come tutti. La naturalezza con la quale ha detto quella frase conferma che quelle parole sono veramente nel suo cuore. Ha provato pure a mimare il gesto del pugno. E se Francesco è “uno di noi”, che senso ha continuare a presentare il Papa come se fosse una persona al di sopra di tutto e di tutti? Non è meglio, come dice l’apostolo Pietro, tornare a Colui che veramente è “Pastore e Vescovo delle anime nostre”, Gesù Cristo (1 Pietro 2,25)?