Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Nonostante l’indifferenza di alcuni, cresce da parte di molti la ricerca di Dio (o del trascendente) e la riscoperta della Bibbia come libro sacro per fare un’esperienza di fede interiore e personale. In questo articolo desidero rispondere brevemente a tre domande sulla Bibbia che si ripresentano nel dialogo con i nostri lettori. La prima, che cos’è la Bibbia? La seconda, come ci è giunta la Bibbia? La terza, possiamo fidarci della traduzione della Bibbia?


Che cos’è la Bibbia? La parola “Bibbia” viene dal greco “ta biblia”: è un nome plurale che significa “i libri”. Passando attraverso la lingua latina è diventata una parola femminile singolare: la Bibbia. La Bibbia è anche una biblioteca: è un insieme di libri che ci parlano dell’antica alleanza che Dio ha fatto con Israele e che ha avuto compimento in Gesù Cristo con la nuova alleanza. Tutti questi libri raccontano la storia della salvezza e hanno il loro centro in Cristo. La Bibbia è divisa in due grandi parti: l’Antico Testamento e il Nuovo Testamento (abbreviati in: AT e NT). La Bibbia viene spesso chiamata “la Scrittura”, “le Scritture”, “le Sacre Scritture”. Si tratta della rivelazione di Dio messa per iscritto. Se Dio ha voluto che le sue parole venissero scritte in un Libro, ciò significa che Dio vuole che il suo Libro venga letto, meditato, creduto, vissuto. La prima parte della Bibbia, l’Antico Testamento, è comune agli ebrei e ai cristiani, e si compone di 39 libri (il canone ebraico è uguale a quello dei protestanti, ma differisce da quello cattolico che ha aggiunto dei libri apocrifi). Mentre il Nuovo Testamento è solo dei cristiani e si compone di 27 libri. La Bibbia contiene un totale di 66 libri (39 nell’AT e 27 nel NT). Per designare ciascun libro si usano solitamente delle abbreviazioni: tre o due lettere per l’Antico Testamento e due lettere per il Nuovo. Così Gen significa Genesi e Mt significa Matteo. Gv 3,16 significa: vangelo secondo Giovanni, capitolo 3, versetto 16.


Come ci è giunta la Bibbia? La risposta più comune che viene data dai teologi è la seguente: “Noi abbiamo ricevuto la Bibbia dalle mani della Chiesa”. Queste virgolettate sono le parole di un grande teologo protestante come Charles Harold Dodd, noto per la sua “escatologia realizzata”. Strano che Dodd sia giunto a questa conclusione pur conoscendo la questione degli apocrifi. Purtroppo, come lui ben sapeva, le chiese non hanno un parere unanime sul canone dell’Antico Testamento: alcune hanno nel loro canone gli apocrifi, altre no. Se è la chiesa ad averci dato la Bibbia, che ne facciamo, per esempio, dei libri dei Maccabei: sono ispirati o no, fanno parte del canone o sono da considerare apocrifi? La ricerca storica da sola non è sufficiente a rispondere a queste domande. Soltanto con il dato biblico possiamo avere un quadro più completo sul come e perché la Bibbia è giunta fino a noi. Non c’è dubbio che Dio ha affidato a Israele i libri dell’Antico Testamento, poiché in mezzo a loro si è rivelato. Paolo scrive: “A loro furono affidati gli oracoli di Dio” (Romani 3,2). Invece il Nuovo Testamento è stato scritto per le chiese e i cristiani. Le chiese hanno ricevuto, custodito e trasmesso i libri scritti dagli apostoli e dai discepoli di Gesù. Nessuno nega il grande lavoro che è stato fatto dai copisti nel corso dei secoli. Tuttavia, è evidente che Dio stesso ha vegliato perché la sua parola scritta in un Libro venisse preservata e giungesse fino a noi oggi.


Possiamo fidarci della traduzione della Bibbia? “Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio”. Così inizia la lettera agli Ebrei (1,1-2). Se non vogliamo credere che Dio parli l’ebraico o il greco, allora dobbiamo riconoscere che la prima traduzione delle parole di Dio sono l’Antico e il Nuovo Testamento. Io credo che la traduzione sia nella struttura stessa della rivelazione: Dio si rivela agli uomini nelle loro lingue. Quando i Settanta portarono a compimento la traduzione greca dell’Antico Testamento ci fu una irradiazione della Parola di Dio nel mondo. Il Nuovo Testamento è nato, per così dire, già tradotto. Lo sappiamo: l’intera vicenda di Gesù (e delle prime comunità) si svolge nel contesto culturale e linguistico ebraico (aramaico); mentre poi tutta la letteratura del Nuovo Testamento si esprime nel contesto linguistico e culturale greco (non nel greco classico, ma in quello internazionale parlato da tutti). Quindi, il messaggio e l’intera vicenda di Gesù, anche tutte le parole molto tipiche, sono state tradotte. Il messaggio, scritto nella lingua più diffusa di allora, il greco della koinè, la lingua comune in tutto il bacino del Mediterraneo, doveva essere comunicato a tutti gli uomini della terra e non ristretto al solo mondo ebraico.

Paolo Mirabelli

27 aprile 2023

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Non basta possedere la Bibbia: bisogna leggerla. Non basta leggere la Bibbia: bisogna comprenderla. Non basta comprendere la Bibbia: bisogna viverla.

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.