Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Nei vangeli si narrano solo tre risurrezioni, oltre a quella di Gesù. Due sono di personaggi anonimi: la figlia di Giairo, raccontata nei tre vangeli sinottici; il figlio della vedova di Nain, nel vangelo di Luca. L’unico risuscitato che ha un nome è Lazzaro, il cui racconto si trova soltanto nel vangelo di Giovanni. La figlia di Giairo, il capo della sinagoga, muore in casa ed è risuscitata in casa. Il figlio della vedova di Nain è risuscitato durante il suo funerale, per strada, mentre veniva portato a essere sepolto. Lazzaro è risuscitato nel sepolcro. C’è una progressione: la casa, il funerale, la tomba. Solo tre risurrezioni: in realtà ve ne un’altra, una quarta, di cui non se ne parla quasi mai, perché è così sconvolgente che viene censurata. È considerata talmente imbarazzante che i biblisti e gli esegeti non ne parlano e i lettori dei vangeli la dimenticano facilmente. È considerata talmente assurda che, normalmente, i commentatori non se ne occupano e nelle prediche neanche viene menzionata. Di quale risurrezione stiamo parlando? Della risurrezione collettiva, di “molti”, avvenuta alla morte di Gesù. Essa viene descritta e raccontata nel vangelo di Matteo (27,50-53).


L’evangelista racconta che Gesù, emesso un gran grido, spirò: alla sua morte il velo del tempio si squarciò, da cima a fondo; la terra fu scossa e le rocce si spezzarono. Fu allora che molti corpi dei santi risuscitarono e usciti dai sepolcri, dopo la risurrezione di Gesù, entrarono nella santa citta ed apparvero a molti. È così che Matteo racconta la sequenza degli eventi. Non è un fatto storico, si affrettano a dire alcuni oggi, ma è una maniera figurata o una riflessione teologica di Matteo sulla risurrezione. Agli evangelisti, dicono, non interessa la storicità di un episodio, ma la verità; il modo come dicono le cose fa parte della cultura e delle immagini dell’epoca. Affermano che quello che l’evangelista ci vuol dire è parola di Dio, ed è una verità valida per sempre, mentre il modo come lo dice e le immagini che usa appartengono alla sua epoca e alla sua cultura, e pertanto non sono verità alle quali noi siamo tenuti a credere. Il fatto raccontato da Matteo sarebbe una riflessione teologica o un modo simbolico di raccontare gli eventi, e si nega così la risurrezione, derubricandola a un fare esperienza delle potenzialità della vita. Per noi invece il raccontato è storico e vero e la risurrezione è un cadavere che torna a vivere, è la vita che Dio mette in una persona morta.


Torniamo al racconto di Matteo. Una prima considerazione che possiamo fare è la seguente: muore Gesù e si aprono i sepolcri di molti. Qui non è soltanto la tomba di Lazzaro che si apre, non è la risurrezione di una persona: qui è un intero cimitero che viene sconvolto perché molte tombe furono aperte e i morti risuscitarono, per la gioia dei parenti che li videro tornare in città vivi e risuscitati. Matteo sta narrando cosa avvenne alla morte di Gesù: la cortina del tempio squarciata, il terremoto, i sepolcri aperti. Il fatto che riguarda le tombe accadde il giorno della morte di Gesù, ma sembra che la risurrezione sia avvenuta dopo la risurrezione di Gesù, come le apparizioni. Anche nella valle delle ossa di Ezechiele si parla di due momenti: i corpi riprendono la loro forma, ma hanno vita solo quando lo Spirito di vita viene soffiato in loro. La sequenza di Matteo e il suo vocabolario sembrano ispirarsi proprio alla pagina profetica di Ezechiele 37, dove un terremoto (seismos), come in Matteo, precede la risurrezione e l’annuncio che interpreta la visione delle ossa vivificate.


Le domande che l’episodio di Matteo fa sorgere sono molte e non tutte hanno delle risposte. È bene perciò applicare la regola della prudenza e, con molta umiltà, non pretendere di sapere più di quanto il testo dica. Tuttavia, è possibile asserire che sono proprio le difficoltà nella logica della narrazione che attestano la credibilità del testo. Una narrazione più lineare direbbe: i sepolcri si aprono, i corpi di molti risuscitano ed entrano nella città santa. I fatti narrati da Matteo sono così straordinari che solo se sono veri possono essere raccontati: va ricordato che Matteo scrisse il vangelo quando erano ancora vivi i testimoni oculari i quali avrebbero potuto svelarne la falsità. Matteo, parlando della risurrezione e apparizioni di molti, sta cercando di dire che Gesù è il granello di frumento caduto a terra che muore e porta molto frutto, come dice Giovanni. Gesù è la risurrezione e la vita: chi crede in lui, anche se muore, vivrà. Matteo sta dicendo che tutte le promesse e le speranze profetiche sulla risurrezione dei morti (Isaia 26,19; Daniele 12,2) trovano in Gesù il loro adempimento. Matteo sta dicendo che Gesù non è risuscitato da solo, ma ha esteso la risurrezione e la vita anche a coloro che erano morti prima di lui.

Paolo Mirabelli

18 novembre 2022

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“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

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