Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Con la Bibbia in mano il cristiano si pone sempre all’avanguardia di ogni movimento storico e non si trova mai impreparato di fronte agli avvenimenti dei nostri tempi. Come il profeta Ezechiele egli “profetizza su queste ossa”, sulle realtà umane che tendono verso la morte, perché lo Spirito di Dio trasformi una valle di cadaveri in persone viventi. La Bibbia ha una parola potente e viva, sempre valida e giusta in ogni tempo, essendo rivelazione e parola di Dio, che giudica e salva l’uomo in ogni situazione storica concreta. La funzione profetica della chiesa nel mondo, di cui oggi tanto si parla, non consiste nel riscrivere la Bibbia, arricchendola di nuovi messaggi, ma nel meditare ogni giorno, anzi “giorno e notte”, come dice il Salmo 1, la Bibbia che già abbiamo nelle nostre mani, tanto da capire il significato di ogni pagina e saperlo trasmettere, con la grazia di Dio e la forza dello Spirito Santo, al mondo e ai giovani d’oggi. Il mandato missionario della chiesa non consiste nel convertire ad ogni costo gli ascoltatori, ma nell’annunciare l’Evangelo, la buona notizia di Dio a tutte le genti, affinché tutti sappiano che Gesù Cristo è venuto in questo mondo a liberare l’uomo da una vita di peccato, di non senso, piena di problemi e difficoltà. Purtroppo non tutti gli uomini dicono “sì” a Dio, oggi sentiamo troppi, tanti giovani dire “no”.


La violenza presente in molti giovani delle nostre città, specie nei luoghi della movida, ci induce a fare una riflessione sul disagio dei giovani, non solo quelli di fuori, ma anche quelli che frequentano le chiese, con sempre meno partecipazione, interesse ed entusiasmo. Il cristiano e la chiesa devono cercare nella Bibbia le storie e gli insegnamenti che possano illuminare e far comprendere il disagio e questa nuova forma di contestazione dei giovani nei confronti della società e della chiesa.


Può sembrare esagerato tirare in ballo la chiesa per delle responsabilità che apparentemente non ha, ma non è così. La percezione che molti hanno è che la chiesa assomigli sempre più a una delle tante istituzioni umane e che ci sia un certo connubio tra la chiesa e il sistema consumistico mondiale. La chiesa, inoltre, il più delle volte non predica più “Cristo Gesù quale Signore” (2 Corinzi 4,5), ma se stessa; ha annacquato il vero messaggio evangelico con una predicazione fatta di “parole insegnate dalla sapienza umana” (1 Corinzi 2,13), mentre l’Evangelo è la buona notizia di Gesù Cristo, che salva l’uomo dal peccato e dal potere di satana e della morte.


Il fatto che oggi molti cristiani non riconoscano più i segni dei tempi in cui viviamo e non abbiano niente da dire alle problematiche giovanili potrebbe essere il sintomo di una chiesa che, ormai da troppo tempo, si è integrata e assimilata al modo di pensare e di vivere di questo mondo. Nella sua contestazione al popolo d’Israele, il profeta Elia contrappone il Signore e Baal, che corrisponde alla contestazione evangelica nella quale Gesù contrappone Dio e Mammona. Bisogna scegliere tra il Signore e Baal, tra Dio e Mammona: non si possono avere due padroni; non si può servire l’uno e l’altro, come se fossero due facce della stessa medaglia o soci in affari.


È anche vero che questa problematica giovanile potrebbe essere lievitata dai nuovi maestri che la società si è data, dai leaders provenienti da ambienti che hanno come modus vivendi (stile e modo di vivere) la negazione di Dio e dei valori della Bibbia: la famiglia; la contestazione contro ogni forma d’ipocrisia, di ingiustizia, di povertà, di prevaricazione, di disuguaglianza; solo per fare qualche esempio. Diventa allora urgente che la chiesa comprenda dai segni dei tempi che questa è l’ora in cui bisogna invitare a fare la scelta tra Dio e Baal o Mammona. I giovani hanno bisogno di essere guidati, con l’esempio di vita e l’insegnamento, da cristiani maturi e fedeli, che non amino il denaro e la gloria degli uomini, per imparare di nuovo i valori e la bellezza di vivere come discepoli e discepole di Cristo Gesù. Nel dopoguerra le chiese erano fedeli, le famiglie unite, i cristiani maturi e preparati nella Bibbia, perché c’erano tanti buoni insegnanti della Parola.


Il disagio e la contestazione giovanile hanno anche una origine biologica: è nella natura o struttura umana che, dopo lo svezzamento, il ragazzo e la ragazza vivano una tensione a motivo delle nuove forme del corpo, i cambiamenti psico-fisici, i grandi quesiti della vita. Ma è proprio in questi tempi di attesa e momenti di cambiamento e tensione che c’è maggiormente bisogno di uomini di Dio che, con lo spirito di Elia, sappiano far dialogare padri e figli, “per volgere i cuori dei padri ai figli e i ribelli alla saggezza dei giusti, per preparare un popolo ben disposto al Signore” (Luca 1,17).

Paolo Mirabelli

01 febbraio 2022

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Non basta possedere la Bibbia: bisogna leggerla. Non basta leggere la Bibbia: bisogna comprenderla. Non basta comprendere la Bibbia: bisogna viverla.

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.