Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Il profeta è un uomo rivolto verso Dio nell’ascolto e nella fedeltà alla sua Parola. Il profeta è anche un uomo rivolto verso gli uomini nel trasmettere gli oracoli di Dio; egli è un testimone davanti agli uomini, un “annunciatore delle parole di Dio agli uomini” (Agostino d’Ippona). Possiamo assumere le parole di Isaia, in uno dei suoi carmi sul servo del Signore, come una definizione del profeta: “Il Signore, Dio, mi ha dato una lingua pronta, perché io sappia aiutare con la parola chi è stanco. Egli risveglia, ogni mattina, risveglia il mio orecchio, perché io ascolti, come ascoltano i discepoli. Il Signore, Dio, mi ha aperto l'orecchio e io non sono stato ribelle, non mi sono tirato indietro.” (50,4-5). Orecchio, lingua e missione: l’orecchio per ascoltare Dio; la lingua, che è l’organo dove prende forma la parola prima di uscire dalla bocca, per parlare agli uomini; la missione si adempie senza opporre resistenza a Dio (come Geremia) e senza tirarsi indietro (come Giona). Il termine greco “prophetes” (profeta) riassume molto bene questa bivalenza del profetismo, orecchio e bocca di Dio. La radice linguistica “phemi” (parlare) è preceduta dalla preposizione greca “pro-”: questo suggerisce che l’oracolo è annunciato in luogo di un altro (il profeta parla a nome di Dio) e che l’annuncio è fatto in pubblico, davanti a una persona o una comunità.


Proprio perché trasmette all’uomo il messaggio vivo di Dio, il profeta è coinvolto nella sua storia. Il profeta affronta anche questioni sociali, politiche, giuridiche, economiche, ma le discute alla luce della rivelazione. Non si schiera con questo o quel partito politico, ma richiama alle cose insegnate da Mosè nella Torah. Non proietta nella società un futuro mitico, ma propone come soluzione ad ogni problema il ritorno a Dio e alla sua Parola. Il profeta è un punto d’incontro tra Dio e l’uomo, è la coscienza critica del suo tempo: invita a discernere i segni dei tempi, per saper cogliere l’agire di Dio nella storia. Non è un indovino e non ha particolari doti metafisiche di preveggenza: è un uomo scelto e mandato da Dio. Non predice il futuro, ma annuncia il futuro di Dio nella storia. Tutta la predicazione profetica dell’Antico Testamento mostra la logica con cui Dio conduce alla pienezza il suo piano salvifico e ne fa intravedere gli sviluppi futuri.


Al di là delle tematiche comuni, ogni profeta sviluppa un argomento che rende più chiara la visione dell’Antico Testamento sulle attese future, e ci permette di scoprire le tracce preparatorie della venuta del Messia e avere un primo ritratto di Gesù. Amos è il profeta della giustizia. Osea il testimone dell’amore di Dio. Isaia il Dante della letteratura ebraica. Geremia lo spettatore del peccato e dell’esilio. Ezechiele il restauratore barocco della speranza ormai infranta d’Israele. Aggeo il profeta della ricostruzione. I profeti sanno che Dio non cessa di amare fedelmente il suo popolo. Al di là dei giudizi, Dio prepara un futuro di salvezza per il suo popolo. Attraverso i loro oracoli, fatti di parole, immagini, simboli, raffigurazioni metaforiche, hanno voluto esprimere la convinzione che Dio dirà l’ultima parola nella storia, e sarà una parola di salvezza.


Le immagini usate per annunciare il futuro promesso da Dio sono diverse. Geremia parla di una nuova alleanza. Ezechiele vede una risurrezione del suo popolo e un rinnovamento interiore del cuore. Isaia usa la immagine di un banchetto e quella di un monte dove accorrono tutti i popoli della terra. I profeti parlano del futuro ma con immagini prese dal passato o dal presente. Ciò significa che spesso il futuro atteso è connesso con il presente del popolo, è condizionato dalla condotta o stile di vita presente. Per il profeta Osea, l’amore umano, la relazione d’amore tra due fidanzati che si cercano nella gioia e nell’intimità, diventa il paradigma dell’amore di Dio per l’uomo. Isaia gli fa eco con il capolavoro del canto della vigna amata. Persino l’affascinante panorama di colori, di profumi, di sentimenti e di emozioni del Cantico dei Cantici spinge a pensare a una nuova relazione profonda tra Dio e l’uomo. A gettare un’ombra su questa relazione d’amore è la scelta idolatrica di Israele, qualificata come adulterio e prostituzione, anche perché spesso si manifestava nei culti della festività cananea, che sacralizzava la sessualità umana. Dio però rimane in attesa della donna amata, alla quale rivolge parole d’amore, finché lei non torni e dica “marito mio”, e non più “mio Baal” (Osea 2 usa un gioco di parole quasi intraducibili, dato che Baal significa: idolo, padrone, marito). I profeti sono gli uomini che con la loro predicazione hanno mantenuta viva la speranza d’Israele, le promesse di Dio e la venuta del futuro Messia, Gesù Cristo.

Paolo Mirabelli

24 settembre 2021

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Non basta possedere la Bibbia: bisogna leggerla. Non basta leggere la Bibbia: bisogna comprenderla. Non basta comprendere la Bibbia: bisogna viverla.

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.