Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Nel capitolo 2 degli Atti degli Apostoli si parla per la prima volta nel Nuovo Testamento del giorno della Pentecoste, detta anche  Festa delle Settimane, delle primizie del raccolto. Pentecoste perché cade cinquanta giorni o sette settimane (shavu’ot) dopo la Pasqua. Al tempo di Gesù la Pentecoste commemora anche l’alleanza al Sinai e il dono della legge di Mosè. Poiché il giorno per gli ebrei inizia la sera del giorno prima, l’espressione “nel compiersi (synpleroo) il giorno di Pentecoste” indica il giorno inoltrato, ma anche una realtà più profonda: è giunto il “giorno” atteso dai profeti, nel quale il Signore riversa il suo Spirito su ogni carne e le porte della fede si aprono alle nazioni, dando inizio alla chiesa. I due agenti propulsori sono lo Spirito e la Parola. Dopo la discesa dello Spirito e il dono delle lingue, la parola predicata da Pietro arriva ai presenti: li interpella, li provoca, suscita la fede, invita alla conversione. La scena descritta nel testo richiama quella del Sinai: tuoni, lampi, rumore di tromba, fumo, indicano la presenza del Signore sul monte Sinai. Così accade con la discesa dello Spirito sui discepoli. L’antica e la nuova alleanza: nuova pure per la presenza dello Spirito che non solo istruisce, ma anche dà la forza di compiere la volontà di Dio. Il fuoco che purifica e illumina indica una trasformazione interiore nei discepoli, i quali diventano annunciatori dell’Evangelo nel mondo. La presenza delle nazioni a Gerusalemme ha un significato profetico, non solo storico: la chiesa oltrepassa i confini d’Israele e si apre a tutte le genti. Il miracolo delle lingue o glossolalia (Pietro predica, e tutti capiscono nella propria lingua il messaggio di Dio) conferma che con la discesa dello Spirito Santo la chiesa è aperta alle nazioni.


Sono passati cinquanta giorni dalla Pasqua, e centoventi discepoli di Gesù (sono presenti gli undici apostoli, un gruppo di discepoli, Maria e altre donne) sono riuniti tutti assieme nello stesso luogo, vale a dire nel cenacolo, per pregare, leggere e ascoltare le Scritture. All’improvviso dal cielo un fragore, come un vento che soffia e si abbatte impetuoso sul luogo dove si trovano i discepoli. Una sorta di terremoto si ode in tutta Gerusalemme, tanto che richiama l’attenzione della gente. Una specie di forte scossa di terremoto, ma fuori non si vede nessun crollo, nessun edificio crollato: i crolli interessano i discepoli per l’esperienza che stanno vivendo dentro di loro. L’immagine del terremoto accompagna spesso nella Bibbia l’avvento di Dio, il suo irrompere improvviso nella storia; è una immagine che scuote, interrompendo lo scorrere abituale del tempo e delle azioni. Delle lingue di fuoco si posano sui discepoli, i quali cominciano a parlare in lingue che i presenti capiscono. Una potente energia avvolge i discepoli e una specie di fuoco li divo­ra nel profondo; una di quelle esperienze che cambia la vita: gli toglie la paura che hanno dei giudei e gli dona coraggio e forza per evangelizzare Gerusalemme e il mondo. È la Pentecoste, il giorno in cui la chiesa inizia il suo cammino nella storia degli uomini. Mentre i discepoli parlano delle opere grandi di Dio, tutti i presenti, giudei e proseliti provenienti da tutto il mondo, intendono nella propria lingua natia le cose grandi di Dio. È l’altro miracolo di Pentecoste.


Nel giorno di Pentecoste termina il dominio incontrastato di Babele sulla vita degli uomini. I limiti e le barriere che dividono gli uomini, che creano differenze insormontabili, vengono tolti, abbattuti, e tutti insieme, in una stessa lingua comprensibile, possono ascoltare la salvezza e credere in Gesù Cristo, per avere il perdono dei peccati e la vita. Nel giorno di Pentecoste, lo Spirito Santo sparso su ogni carne abbatte la torre e la logica di Babele e crea una nuova comunità di fratelli, dove ciascuno partecipa al ministero sacerdotale e regale del Cristo, senza bisogno di mediatori e mediazioni degli uomini. Il miracolo della comunione inizia proprio a Pentecoste, dentro il luogo dove sono riuniti i discepoli e davanti alla porta chiusa, tra il cenacolo e la piazza del mondo: qui inizia la chiesa e qui i discepoli, pieni di Spirito, vincono la loro paura e iniziano a predicare il Vangelo a tutte le genti. Nel giorno di Pentecoste inizia pure un tempo nuovo dello Spirito. È un tempo che non nasce dagli uomini, sebbene li coinvolga, e neppure sgorga dai loro sforzi. È il tempo che viene dall’alto, da Dio, dal cielo. Dal cielo scende una pioggia come di lingue di fuoco che si posano su ciascuno dei presenti. La fiamma dell’amore di Dio brucia dentro ogni cristiano e abbatte ogni differenza. È la lingua del Vangelo che varca i confini geografici e di razze per giungere al cuore di ogni uomo in ascolto. Il giorno di Pentecoste inizia la chiesa e una nuova epoca.

Paolo Mirabelli

20 maggio 2021

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Non basta possedere la Bibbia: bisogna leggerla. Non basta leggere la Bibbia: bisogna comprenderla. Non basta comprendere la Bibbia: bisogna viverla.

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.