Chi è costui, che cosa sappiamo di lui e cosa può insegnarci la sua vicenda? Abbiamo pochi dati su Sebna perché non è un personaggio principale della Bibbia, ma secondario. Tuttavia non è tanto la sua biografia dettagliata che ci interessa, quanto avere un quadro sommario del personaggio per poi trarne delle lezioni di vita. L’intento, dunque, non è storico, ma esortativo o parenetico: coglierne gli insegnamenti, positivi o negativi, che la sua esperienza umana ci offre. I lettori della Bibbia di lui ricordano che si era fatto costruire un sepolcro quando era ancora in vita e che contro di lui c’è una invettiva del profeta Isaia (22,15-25). Partiremo da questo dato biblico e da questo capitolo di Isaia, e con l’ausilio di altri pochi brani biblici, cercheremo di ricostruire la vita e i fatti principali di questo personaggio. Prima di entrare in tema, una considerazione metodologica. Il commento o la predicazione di un brano biblico non estende il testo stesso, ma nemmeno coincide con esso, cioè: se il commento si limita a ripetere il testo, è lettura e non commento. Nel commentare o predicare un brano biblico, il predicatore aggiunge del suo, fa delle spiegazioni, pone delle domande, dà delle risposte, usa persino la fantasia per cercare di coinvolgere gli ascoltatori. Tuttavia, ci sono delle cose che può dire, perché il testo le autorizza, e cose che non può dire, perché altrimenti “torce le Scritture” e adultera il testo sacro. L’interprete o il predicatore deve sempre con umiltà distinguere ciò che è scritturale da ciò che non lo è, e con onestà dire ciò che è suo e ciò che è di Dio.
Il capitolo 22 del libro di Isaia parla di Sebna (Scebna) come cortigiano e prefetto del palazzo, vale a dire colui che ricopriva la carica più importante e alta dopo il re. Era un alto funzionario alla corte di Ezechia, variamente nominato: cortigiano (soken, ufficiale di stato, tesoriere), segretario (soper, scriba), ministro (colui che è sopra la casa). Anticamente il ministro aveva la funzione di consigliere del re. Il prefetto di palazzo portava una chiave che gli pendeva da una spalla, simbolo del potere che deteneva nel palazzo del re. Negli altri testi biblici in cui è menzionato (Isaia 36,3.11.22 e 2 Re 18,18.37; 19,2), Sebna è definito segretario del re e compare assieme a Eliachim, sovrintendente del palazzo, e a Ioa, l’archivista. Sebna era, dunque, un uomo con ampi poteri amministrativi e politici. Fu coinvolto nei negoziati con Sennacherib durante l’assedio di Gerusalemme. Forse egli era a capo di un partito filo-egiziano, che derideva la predicazione di Isaia, e cercò di persuadere Ezechia a ribellarsi contro l’Assiria e a chiedere l’aiuto egiziano, opponendosi così direttamente alla politica di neutralità proposta da Isaia. Nei pressi di Gerusalemme, ai piedi del Monte degli Ulivi, nella parte orientale della Valle di Cedron, è stata scoperta una pietra che è parte dell’architrave di una tomba che porta una iscrizione con l’abbreviazione di un nome: yahu (da Sebnayahu). Secondo gli epigrafisti la tomba risale all’epoca del re Ezechia. Vista la menzione del sepolcro di Sebna, è molto probabile che il reperto provenga dalla tomba di Sebna di cui parla Isaia.
Sebna era un uomo ricco e importante e teneva un’alta carica alla corte di Ezechia, ma sembra che egli ne abbia abusato per circondarsi di fasto e costruirsi un mausoleo. I dati biblici fanno sospettare che egli fosse un cortigiano corrotto, che viveva di compromessi e di sfarzo, che abusa della sua carica politica per arricchirsi, per essere il vanto e il sostegno della sua parentela. Ogni sfumatura del messaggio di Dio rivolto a lui è un segno di disprezzo nei suoi riguardi: “questo cortigiano, vergogna”. Sebna è condannato per la sua arroganza e ostentazione. Il maestro di palazzo viaggiava sui carri per mostrare il suo alto grado. Era una persona con molto ego. Si riteneva grande e potente. Voleva tramandare il suo nome ai posteri e perpetuare la sua gloria nel futuro, oltre la tomba: si era “fatto scavare un sepolcro in alto” mentre era ancora in vita. Un funzionario presuntuoso, corrotto, che voleva governare secondo i suoi disegni e per i propri interessi, e non ascoltava le parole del profeta. Un indegno cortigiano che pensava solo a se stesso anche in tempi di grave crisi.
La storia di Sebna è un ammonimento a quanti sono al potere e lo amministrano in maniera corrotta, per trarne profitti personali e prestigio, pensando di non essere mai scoperti e di stare sempre al loro posto. Sebna condivide gli atteggiamenti di tanti uomini del nostro tempo e incarna il desiderio di quanti vogliono divenire famosi e potenti, ossessionati dall’amore mondano per i simboli del potere (tombe e carri) e le cariche importanti. Sebna è un personaggio molto attuale, sia quando parliamo dello Stato sia quando parliamo delle chiese.