Bibbiaoggi
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Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

La storia di Davide e Golia, riportata in 1 Samuele 17,1-58, è una delle più note di tutte le storie di Davide. È una storia che ci piace perché la storia di Davide e Golia è anche la storia di chi viene oppresso dai giganti ma ne esce vincente; è la storia in cui il piccolo e debole sconfigge il grande e il potente.  L’espressione “Davide vince Golia” è ormai usata in ogni ambito della vita umana, dalle vittorie della povera gente sui ricchi alle conquiste politiche dei pochi contro i potenti di questo mondo. Oggi si parla del coronavirus come di un gigante contro cui lottare. La storia di Davide e Golia è un capolavoro di arte narrativa della letteratura mondiale. Se si guarda alla storia degli effetti, Davide e Golia sono presenti non solo nella letteratura per bambini, ma anche nel cinema, nell’arte, nella musica. Tuttavia, non dobbiamo perdere di vista la realtà storica del racconto (è una storia vera) e gli insegnamenti che essa trasmette all’uomo di fede. Nel conflitto tra questi due guerrieri, Davide e Golia, il filisteo e l’israelita, il grande e il piccolo, il forte e il debole, c’è qualcosa di più di una lotta tra due uomini, o tra due diversi tipi di armamenti e di strategie militari, o tra due eserciti contrapposti. In questa lotta sono messe in discussione le divinità pagane e, soprattutto, è riaffermata la verità che esiste un “Dio vivente” che salva il suo popolo, un Dio che non ha bisogno di spada né di lancia per salvare. Nelle parole di Davide, a Saul prima e a Golia poi, emerge tutta la teologia di questa storia.


In questo episodio, Davide, il nuovo unto del Signore, mostra di avere a cuore le sorti del popolo e di possedere le qualità per regnare come re d’Israele: iniziativa, coraggio, capacità decisionale e, cosa più importante, fiducia in Dio. I filistei minacciano Israele, ma Saul si dimostra incapace di salvare.  Appare subito il contrasto tra un Saul impotente e un Davide trionfante. La minaccia filistea si incarna nella persona di Golia. Non è un gigante nel senso fiabesco, ma è davvero un uomo imponente. Il suo aspetto fisico provoca paura a tutto Israele. Dopo aver descritto la statura di Golia, il racconto descrive la sua armatura, fornendo molti particolari. Alla statura di Golia e alla sua impressionante armatura si accompagnano parole di ingiuria verso Israele. Davide entra in scena perché è inviato dal padre a portare da mangiare ai suoi tre fratelli più grandi che sono in guerra. Davide non è in guerra ma è a Betlemme: è troppo giovane per combattere ed è  a casa con il padre a custodisce ancora le pecore.


Quando giunge dai fratelli, l’esercito è schierato in battaglia. Mentre Davide controlla le provviste tra i bagagli, Saul è nascosto tra i bagagli. Davide è in prima fila quando Golia ripete i suoi insulti contro gli israeliti, e domanda come può un filisteo osare sfidare e insultare le schiere del “Dio vivente”. Davide non chiede soltanto come può un filisteo schernire le schiere di Dio, ma anche come possono Saul e l’esercito d’Israele lasciare che un filisteo incirconciso sfidi e derida Dio e il suo popolo. Per Davide la questione teologica è molto semplice: vi è un Dio vivente che governa e decide l’esito della battaglia. Israele tuttavia non ascolta la questione posta da Davide. Persino i suoi fratelli sono scontrosi e gelosi di lui, nonostante siano a conoscenza dell’unzione.


Saul ode la domanda audace di Davide e pensa di servirsene per risollevare il morale dei soldati. Nel dialogo tra Davide e Saul, Davide appare come il vero unto del Signore: è lui che parla per primo e che riferisce le gesta compiute con l’aiuto di Dio contro un leone e contro un orso. Se il Signore lo ha liberato dalle fauci degli animali, lo libererà dalle mani di Golia. Il Signore che ha dato a Davide la capacità di salvare il suo gregge dal leone e dall’orso, darà la vittoria sul gigante Golia. Saul vuole vestirlo della sua armatura per combattere, ma Davide rifiuta: le sue armi sono il bastone, la fionda e cinque pietre, perché tutti sappiano che la vittoria è di Dio.


Davide e Golia si incontrano. Golia lo disprezza perché è giovane e di bell’aspetto: a parere suo è inadatto per essere un guerriero. Non c’è nessuna probabilità umana che Davide possa vincere. Il filisteo ha la spada, la lancia e il giavellotto. Davide ha solo il nome del Signore, Dio degli eserciti. Le sue parole sono un inno alla potenza e alla gloria di Dio: “Tutta la terra riconoscerà che c’è un Dio in Israele”. Lo scopo della vittoria non è soltanto la salvezza d’Israele e la sconfitta dei filistei, ma la gloria di Dio. Davide uccide Golia con la fionda. Il gigante, colpito da una pietruzza in fronte, cade a terra come una montagna franata. Ecco la fine che fanno gli uomini grandi di questo mondo.

Paolo Mirabelli

16 febbraio 2021

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