Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Il sinodo sull’Amazzonia si è da poco concluso e nel documento, votato con 124 voti a favore e 41 contrari, si afferma la possibilità di matrimonio per i sacerdoti della Chiesa Cattolica. Ora Papa Francesco dovrà decidere se le indicazioni del sinodo debbano diventare “legge”. L’ultima parola spetta a lui. Come si sa, già in passato Bergoglio si era mostrato aperto alla possibilità di avere preti sposati, se non altro in quelle regioni del mondo (come l’Amazzonia) dove mancano i sacerdoti nelle parrocchie e a celebrare messa sono suore e laici sposati.  Papa Francesco aveva apertamente detto di riflettere sulla possibilità che i “viri probati” (uomini sposati) possano assumere una funzione nella chiesa e diventare sacerdoti: “La Chiesa deve riconoscere il momento giusto nel quale lo Spirito chiede qualcosa”; e ancora: “La crisi delle vocazioni sacerdotali rappresenta un problema enorme”. Per questo Bergoglio affermava che “il celibato non è un dogma di fede, è una regola di vita, un dono per la Chiesa; non essendo un dogma di fede, la porta è sempre aperta”. Ma a complicare la vita di Bergoglio si ci è messo un altro Papa, il papa emerito Benedetto XVI. Joseph Ratzinger in questi giorni ha rotto il suo silenzio che si era imposto nel giorno delle sue dimissioni e si è schierato a favore del celibato, dicendosi contrario all’abolizione. La sua contrarietà più che basata su argomenti biblici, che mancano del tutto, è sostenuta appellandosi alla tradizione secolare della chiesa. Egli vede un legame di natura ontologico tra celibato e sacerdozio, motivo per cui è convinto che sacerdozio e matrimonio siano due sacramenti inconciliabili, per cui si deve scegliere o l’uno o l’altro. La tesi di Ratzinger a favore del celibato è del tutto insostenibile, non solo biblicamente, ma anche da un punto di vista storico e teologico, poiché, come l’illustre teologo sa, le Chiese Ortodosse, considerate dallo stesso Ratzinger di origine apostolica, ammettono da sempre sacerdoti sposati. Nei prossimi giorni si vedrà come andrà a finire. Persone bene informate, che frequentano spesso i “sacri palazzi vaticani”, parlano di una spaccatura esistente già da tempo tra conservatori e progressisti in seno alla Chiesa Cattolica e di una crescente opposizione alle continue aperture teologiche di Bergoglio.


Che dire? Non entro qui nelle questioni interne alla Chiesa Cattolica, mi limito soltanto a fare due considerazioni sul celibato, una di natura storica, l’altra biblica. La prima. Ha ragione Bergoglio: il celibato dei sacerdoti non è un dogma, ma è semplicemente una disciplina della Chiesa Cattolica, nemmeno di tutta la chiesa, poiché la Chiese Ortodosse hanno i sacerdoti sposati. Nella chiesa antica non esisteva il celibato dei preti. Soltanto dal IV secolo in poi comincia a svilupparsi e diventa obbligatorio dopo la riforma gregoriana (Gregorio VII), sancita dal Concilio di Trento. La seconda. La tesi che il celibato sia uno stato spirituale superiore al matrimonio non è sostenibile biblicamente. Nella Bibbia, grandi uomini di fede dell’Antico Testamento erano sposati: Abramo, il padre della fede, Mosè, il grande legislatore, Davide, l’uomo dal cuore di Dio. Erano tutti uomini sposati e non per questo meno spirituali o meno impegnati nel loro ruolo. Il Nuovo Testamento riferisce che Pietro e altri apostoli erano sposati. Paolo chiede che gli anziani o vescovi della chiesa locale siano scelti tra i padri famiglia: mariti di una sola moglie e sappiano governare bene la propria famiglia. La lettera agli Ebrei insegna che non il celibato ma il matrimonio sia tenuto in onore da tutti. È una costrizione contro natura chiedere a un ragazzo di restare celibe, di non avere una compagna con la quale condividere un progetto di vita. Dio ha creato il maschio e la femmina: il maschio per la femmina e la femmina per il maschio. Paolo, nella prima lettera alla chiesa di Corinto, afferma che “è meglio sposarsi che ardere”. E ancora: “Ogni uomo abbia la propria moglie, e ogni donna il proprio marito”; e questo non solo per evitare la fornicazione, ma anche tanti altri mali, come la pedofilia. Nel Nuovo Testamento il matrimonio è la vera immagine del rapporto Cristo-chiesa. Il matrimonio è raccomandato a tutti, è richiesto per l’ufficio di vescovo e quello di diacono; mentre il celibato è una libera scelta di vita per chi ha questo dono. Il capitolo 7 della prima lettera ai Corinzi insegna che la scelta che uno fa deve tener conto del dono che egli ha: ciascuno ha il suo proprio dono da Dio, e nessuna disciplina di chiesa può  stravolgerlo. Lo Spirito Santo dice che nei tempi avvenire alcuni si allontaneranno dalla fede e vieteranno il matrimonio. E questa è una parola che sempre ci deve interpellare, perché proviene dallo Spirito Santo.

Paolo Mirabelli

15 gennaio 2020

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Non basta possedere la Bibbia: bisogna leggerla. Non basta leggere la Bibbia: bisogna comprenderla. Non basta comprendere la Bibbia: bisogna viverla.

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.