La parola di Dio rivolta ai profeti, la parola di Dio che si fa evento storico di salvezza, la parola di Dio che sempre accade in uno spazio e in un tempo precisi, la Parola si è fatta carne: è questa la notizia, straordinaria e sconvolgente, con la quale Giovanni inizia il suo vangelo (1,14). Un evento così insolito e glorioso che si può soltanto accogliere, contemplare, credere. Il prologo di Giovanni però non esprime un astratto concetto filosofico, ma un evento vitale accaduto nella storia. Il prologo comincia dal principio (1,1), un rimando al libro della Genesi (1,1), e traccia un itinerario che, iniziato presso Dio, va verso l’incarnazione della Parola (Logos), avvenuta nella storia, circa duemila anni fa. Il movimento del prologo sembra allora essere quello di una linea che va dall’alto verso il basso: dalle altezze dell’eternità del Logos si va verso il tempo della storia, dalla gloria del Dio invisibile si giunge alla bassezza di questo mondo, una realtà difficile e complessa.
Il Logos si è fatto carne, dunque è entrato nella storia: e questo evento è raccontato nel vangelo. La testimonianza del discepolo amato, che è al centro del kerygma, è nel vangelo di Giovanni, scritto perché il credente possa entrare nel movimento di ascolto e di comunione con il Padre e il Figlio. La conoscenza e l’accesso al Padre avviene soltanto tramite il Figlio. L’accesso a Gesù avviene tramite lo Spirito Santo per mezzo del vangelo. Non c’è altro modo per noi di conoscere il Figlio, di avere accesso a Gesù, se non tramite il vangelo. È il vangelo che ci permette di “poggiare il nostro capo sul petto di Gesù”, come il discepolo amato. Il movimento del vangelo ci consente di tracciare il percorso della rivelazione: il Figlio ci fa conoscere il Dio che nessuno ha mai visto; il vangelo ci fa conoscere Gesù Cristo. L’intimità con la Scrittura (dimora nelle parole di Gesù) ci conduce ad avere intimità con il Figlio e il Padre, per mezzo dello Spirito Santo. Chi propone altre vie d’accesso a Gesù diverse dal vangelo, o dalla Bibbia, è nell’errore lui e inganna anche gli altri.