Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

“Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi” (Giovanni 8,36). La libertà è stata da sempre una delle mete più desiderate e apprezzate nella storia dell'umanità, ma in nessun tempo essa ha goduto di una vera libertà. Molti sono stati i tentativi per impossessarsene, in vari modi e con tutti i mezzi, dalle rivoluzioni alla politica, dalla scienza alle religioni; ma è stato e sarà sempre inutile ogni tentativo umano, perché la libertà è un dono di Dio in Cristo Gesù.


La Scrittura ci dà un esempio su quest’aspetto, con una parabola di Gesù, quella del figlio prodigo. Leggiamone una parte. “Disse ancora: Un uomo aveva due figli. Il più giovane di loro disse al padre: Padre, dammi la parte dei beni che mi spetta. Ed egli divise fra loro i beni. Di lì a poco, il figlio più giovane, messa insieme ogni cosa, partì per un paese lontano, e vi sperperò i suoi beni, vivendo dissolutamente. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una gran carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora si mise con uno degli abitanti di quel paese, il quale lo mandò nei suoi campi a pascolare i maiali.  Ed egli avrebbe voluto sfamarsi coni baccelli che i maiali mangiavano, ma nessuno gliene dava.” (Luca 15,11-16). Il giovane figlio reclama la sua libertà, vuole vivere la sua vita a modo suo, secondo le sue aspirazioni; egli vuole realizzarsi in proprio, lontano dalla casa del padre, ma questa decisione lo porta a un misero fallimento. A questo figlio sperperatore non rimane che ammettere e confessare il suo fallimento, e questa sarà la sua salvezza. Il padre, dopo che il figlio ammette la sua colpa, il suo fallimento, dice ai servi: “Presto, portate qui la veste più bella, e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e dei calzari ai piedi.” (15,22). Così nel tornare alla casa del padre, il giovane ritrova la sua vera dignità e ritrova il senso di una vita degnamente vissuta. È nella casa del padre che il figlio è veramente libero.


Il Signore Gesù fa questa meravigliosa promessa a tutti noi: “Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano ad esuberanza.” (Giovanni 10,10).  Non un appagamento delle nostre umane e carnali aspirazioni, né solamente qualcosa che si esaurisce in questa vita: sperare in Cristo significa avere una visione che oltrepassa questo tempo e questa vita (1Corinzi 15,19). La vita esuberante che Gesù è venuto a portarci ci rende veramente liberi: liberi di essere figli di Dio, liberi dal peccato, liberi dalla condanna, liberi dalle paure, liberi dai fallimenti che la vita comporta, liberi dalla morte. Solo in lui siamo "veramente liberi".

Cesare Bruno

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Non basta possedere la Bibbia: bisogna leggerla. Non basta leggere la Bibbia: bisogna comprenderla. Non basta comprendere la Bibbia: bisogna viverla.

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.