Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

I nomi usati nella Bibbia per indicare l’Antico e il Nuovo Testamento. Gli scrittori del Nuovo Testamento chiamano l’Antico Testamento o parte d’esso con nomi diversi: la Scrittura (2 Timoteo 3,16; Galati 3,22); le Scritture (Matteo 21,42; Luca 24,27); le sacre Scritture (Romani 1,2); Le sacre Lettere o Scritti sacri (2 Timoteo 3,15); Le Scritture che narrano i fatti del popolo di Dio del passato (Romani 15,4; 1 Corinzi 10,11); Gli scritti di Mosè (Giovanni 5,44-47); Mosè e i Profeti (Luca 24,27); la Legge (Matteo 22,36; Luca 10,26; Romani 2,18); la Legge e i Profeti (Matteo 5,17-18; 7,12; Luca 16,16; Atti 13,15; 24,14; Romani 3,21); i Profeti (Atti 10,43; 3,24); dichiarazioni dei profeti (Atti 13,27); Legge, Profeti e Salmi (Luca 24, 44); rivelazioni viventi (Atti 7,38); oracoli di Dio (Romani 3,2); Parola di Dio (Giovanni 10,34-35); Antico Testamento (2 Corinzi 3,14).


L’apostolo Paolo (e il Nuovo Testamento) chiama Antico Testamento la raccolta (comunemente detta canone) dei libri ispirati scritti prima della venuta di Gesù. Il nome era già stato usato dalla versione greca dei Settanta nel III-II secolo avanti Cristo. Di conseguenza ai libri della nuova alleanza, quelli scritti dopo la venuta di Gesù, si è dato il nome di Nuovo Testamento (cfr. Matteo 26,28; Marco 14,24; Luca 22,20; 1 Corinzi 11,25; 2 Corinzi 3,6; Ebrei 9,15). La parola testamento deriva dal greco diatheke, che a sua volta traduce l’ebraico berith, che significa: alleanza, patto. Berith designa l’alleanza tra Dio e il popolo d’Israele. Per estensione la parola testamento significa i libri che contengono l’alleanza. In Ebrei 9,16 si adopera il termine in questo senso, nel senso di scrittura, mentre all’inizio della lettera ha il significato di alleanza. Alcuni biblisti preferiscono parlare di Bibbia ebraica anziché di Antico Testamento. Dal punto di vista storico e linguistico l’espressione può essere accurata, nel senso che questa raccolta di libri fu scritta in ebraico e affidata al popolo d’Israele (Romani 3,1-2), però può risultare fuorviante per le ragioni o i motivi che seguono. Primo, l’espressione fa pensare che questi testi non facciano parte dell’unica Bibbia, ma di qualcos’altro, come se esistessero due Bibbie: la Bibbia ebraica e la Bibbia cristiana. Il Dio che si è rivelato ad Abramo, Mosè e i profeti è lo stesso Dio che si è rivelato in Gesù Cristo (Ebrei 1,1ss). Secondo, il nome Bibbia è stato usato dagli scrittori cristiani dei primi secoli per indicare l’intera raccolta dei libri ispirati: quelli scritti prima della venuta di Gesù e quelli scritti dopo. Terzo, sin dai primi secoli le chiese hanno ricevuto e letto l’Antico Testamento non solo in lingua ebraica, ma pure in diverse altre lingue. Perciò, anziché parlare di Bibbia ebraica e di Bibbia cristiana, è meglio mantenere la designazione biblica e tradizionale di Antico e Nuovo Testamento, ricordando che antico non significa cattivo o inutile. Mantenere questa distinzione permetterà, inoltre, di avere una lettura che tenga conto della dialettica dei testamenti: continuità e discontinuità, promessa e adempimento. Oggi c’è chi propone di parlare di Primo e di Secondo Testamento. Questa terminologia tiene conto della promessa di Dio e della dialettica tra continuità e discontinuità dei due testamenti (cfr. Ebrei 10,9), ma induce a chiedersi se, per esempio, dobbiamo aspettarci un Terzo Testamento e, inoltre, non coglie bene il senso di Ebrei 10, che parla del “secondo stabilito e del primo tolto”. Come si vede, ogni tentativo umano che cerca di migliorare o di modificare le categorie della Scrittura risulta precario e problematico. Perciò, lo ribadiamo, è meglio usare le parole e le espressioni della Bibbia (1 Corinzi 2,1-16).

Paolo Mirabelli

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Non basta possedere la Bibbia: bisogna leggerla. Non basta leggere la Bibbia: bisogna comprenderla. Non basta comprendere la Bibbia: bisogna viverla.

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.