Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

I primi cristiani si riunivano nelle case, da qui l’espressione latina “domus ecclesiae”, che significa “casa della chiesa”. La domus ecclesiae era un edificio privato, generalmente messo a disposizione da uno dei membri della comunità, adatto per le riunioni cultuali. Nella casa di Filemone si riuniva la chiesa, così anche in quella di Priscilla e Aquila. Durante le persecuzioni e in epoca precedente all’editto di Costantino del 313 era raro trovare delle “chiese” costruite. Il primo edificio costruito adibito a chiesa finora rinvenuto risale al III secolo, costruito nei pressi della porta urbica della città, come si faceva per le sinagoghe. Come dimostrano vari testi biblici, la porta della città era un luogo strategico, dove gli anziani amministravano la giustizia; fungeva da piazza del mercato; era luogo di incontro popolare per riunioni pubbliche, luogo dove spesso si svolgeva la predicazione e l’attività profetica, così da raggiungere il maggior numero di persone che erano di passaggio.


Il motivo per cui per i primi cristiani non esistevano luoghi santi non è legato alla situazione storica del tempo, ma all’insegnamento di Gesù e degli apostoli. Nel dialogo con la Samaritana (Giovanni 4,19-26), Gesù parla del “tempo senza tempio”: gli adoratori non hanno più bisogno di recarsi al tempio di Gerusalemme per adorare Dio, perché lo si può incontrare ovunque. Agli ateniesi, Paolo afferma che non può esistere un tempio, fatto dalle mani degli uomini, che possa ospitare il Dio, Signore dei cieli e della terra, che ha fatto il mondo e tutto ciò che in esso è contenuto (Atti 17,24). L’unico vero tempio santo è il corpo del cristiano e la chiesa: il tempio di Dio è santo, e voi siete il suo tempio (1 Corinzi 3,17; 2 Corinzi 6,16).


Anche nella letteratura patristica dei primi secoli, influenzata dalla teologia della sostituzione, non c’è interesse per i luoghi santi. Il tempio e la città di Gerusalemme non sono oggetto di particolare attenzione teologica: si guarda piuttosto alla Gerusalemme celeste. A questo va ad aggiungersi il fatto che il tempio era stato distrutto da Tito nel 70. La politica di Costantino a favore dei cristiani inaugurò un periodo di cambiamenti anche nei modi in cui i cristiani si rapportavano alla Palestina e a Gerusalemme (il termine Palestina o Siria-Palestina fu dato dall’imperatore Adriano agli inizi del II secolo per indicare l’intera provincia romana, prima si chiamava Giudea). Costantino per primo creò l’idea della “terra santa cristiana”, e favorì la costruzione delle chiese e delle basiliche. Mentre i primi pellegrini, coloro che ne avevano la possibilità, si recavano a Gerusalemme e nella Palestina per motivi legati alla conoscenza biblica e all’esegesi dei testi biblici, visitavano i luoghi biblici per la memoria storica che vi era associata (oggi diremmo che erano viaggi di studio), quelli successivi invece vi si recavano per cercare tracce di Dio. Alcuni luoghi cominciarono a suscitare un notevole interesse e a riscuotere devozione da parte dei pellegrini: il luogo dove Dio creò Adamo, il monte dove Abramo sacrificò Isacco, il luogo della natività, la località dove Gesù fu battezzato, il deserto della Giudea dove fu condotto dallo Spirito e tentato dal diavolo, il monte della trasfigurazione e quello dell’ascensione, la tomba dove fu sepolto e così via, fino ai luoghi e alle tombe dei martiri. Si passò così gradualmente da un atteggiamento critico e di generale chiusura verso la Palestina a uno di apertura verso i “luoghi santi”o “luoghi sacri”. A diverse chiese (edifici) venne associata l’idea di “santità”, “luogo santo”, tanto che alcune vennero paragonate al tempio di Gerusalemme e chiamate “nuovo tempio di Dio”. Così la Chiesa del Santo Sepolcro. Gerusalemme divenne sempre più meta di pellegrinaggio per cristiani ed ebrei: i primi vi si recavano per incontrare il Signore, Gesù Cristo, i secondi per pregare al muro del pianto. E fino alle invasioni dei musulmani, la “terra santa” fu contesa tra ebrei e cristiani, sinagoga e chiesa.


La teologia eucaristica influenzò non poco la concezione magico-sacramentale dei luoghi di culto. Se il Cristo è presente nell’ostia consacrata, custodita in chiesa nel santissimo, è del tutto evidente che il luogo che custodisce la carne e il sangue del Cristo è anche esso un luogo santo, un tempio consacrato a Dio. L’edificio di culto, dove prima si riunivano i cristiani, divenne così la sede della divinità, come nel mondo greco-romano. L’assimilazione della chiesa (luogo) al tempio e le convinzioni eucaristiche portarono a credere che l’edificio fosse il luogo dove si trova e abita Dio, con tutto il corredo di oggetti sacri. Per il Nuovo Testamento, invece, Dio è ovunque, e i cristiani (suoi santi) lo incontrano in ogni luogo.

Paolo Mirabelli

24 maggio 2018

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“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.