Ieri, sull’imbrunire, mentre passeggiavo nel Parco della Torricella, vicino a casa mia, ho notato una farfalla in mezzo all’erba verde, tra le margherite bianche e i fiori primaverili di mille colori, che cercava di volare ma non poteva perché aveva un’ala soltanto. Più si muoveva e si affaticava, nel tentativo di volare, più cadeva a terra come avvitata su se stessa. Ho provato ad aiutarla. L’ho presa nelle mani per farla volare, sciupandola un po’. L’ho lanciata verso il cielo. Ma non c’è stato niente da fare: cadeva a terra ogni volta di nuovo. Ho provato un senso di sconfitta. Ero triste e dispiaciuto. È impossibile far volare una farfalla che ha un’ala soltanto. Povera, piccola creatura destinata a morire! Non sapendo che cosa fare, l’ho lasciata in mezzo ai fiori gialli, su una pietra, abbandonata al suo triste destino.
La nostra vita senza la fede non ha ali per volare. Da soli non raggiungeremo mai il cielo. A ogni nostro tentativo sperimenteremo una nuova caduta. E a ogni caduta proveremo dolore. Ci farà male assai sperimentare debolezze e sconfitte. Non importa sapere chi è caduto per primo, ma vogliamo che qualcuno ci dica come possiamo librarci in volo come le rondini. Il peccato ci ha spezzato le ali, le delicate ali di farfalla, e ci ha fatto cadere nella disperazione, nei nostri problemi e nelle continue disfatte della vita. Come quella farfalla, eravamo destinati a morire, abbandonati al nostro terribile destino. Gesù è venuto perché noi potessimo volare nuovamente. Soltanto la fede nel Signore può darci delle robuste ali d’aquila, che ci permetteranno di alzarci in volo sulle alture e di raggiungere il cielo, dove è sempre primavera e i fiori non appassiscono mai né perdono colore e bellezza, e le farfalle non smettono di volare.